Rapine, furti, armi: tredici arresti Maxi operazione dei carabinieri


GROSSETO

INCHIESTA

Rapine, furti, armi: tredici arresti
Maxi operazione dei carabinieri

Le indagini sono partite dopo l’assalto al furgone portavalori a Manciano. Un bossolo e alcune testimonianze sono risultate decisive. I militari hanno messo sotto controllo numerose utenze telefoniche e ricostruito i collegamenti esistenti fra le persone sospettate poi l’intervento, trecento uomini irrompono nei poderi tra Toscana, Sardegna e Lazio e portano a termine l’operazione

7ccf772eec6aa16b126a72ad8a3f666d.jpgGrosseto, 30 maggio 2008 – Sono stati gli appostamenti e le numerose intercettazioni telefoniche a consentire ai carabinieri di ricostruire i rapporti esistenti fra i diciotto indagati, tredici dei quali arrestati. Non un vincolo tale da poter contestare l’associazione per delinquere, ma comunque  “un rapporto – dice il colonnello Luigi Cortellessa, comandante provinciale dei carabinieri -basato sulla certezza che ognuno avrebbe potuto contare sull’aiuto degli altri per portare a termine progetti criminosi”.

Le accuse variano per ciascuno degli indagati, partono da ipotesi molto gravi (come la rapina a mano armata) e arrivano alla detenzione di armi con matricola abrasa passando dal concorso in furto e dalla detenzione di sostanze stupefacenti.Le indagini partono il 3 novembre 2006, giorno in cui un commando assalta il furgone portavalori della Securpol sulla provinciale ’74’, in località Sgrillozzo, nel comune di Manciano. Il colpo frutta 335 mila euro e i banditi (almeno 5) si portano via pure le due pistole di servizio dei vigilantes. Nel furgone resta un bossolo sparato dai banditi e questo è un elemento che consente ai carabinieri di recuperare indicazioni alle quali si affiancano anche alcune testimonianze. La pista sarda è quella privilegiata e molte utenze telefoniche vengono messe sotto controllo.

Le operazioni vengono portate avanti dagli uomini del Nucleo investigativo della Compagnia dei carabinieri di Grosseto diretto dal tenente Sergio Turini che nella notte tra martedì e mercoledì irrompono nei poderi sparsi in Maremma (a Murci e Capalbio) e nelle province di Siena, Viterbo, Latina, Sassari, Nuoro e Oristano. Sono circa trecento uomini, un terzo dei quali delle Compagnie dei territori interessati al blitz, gli altri sono uomini del comando provinciale e delle altre Compagnie maremmane. Nella nostra provincia vengono arrestati Luca Goddi (32 anni, a Orbetello, dove si trovava occasionalmente), i fratelli Gianfranco (48) e Marietto Titino Moni (31), prelevati nella loro abitazione di Murci, a Scansano. Pietro Marras (51 anni) viene arrestato a Tarquinia, ma lavora a Pitigliano.

Francesco Biagio Zini viene raggiunto a Capalbio (l’accusa è di concorso in furto) e sottoposto agli obblighi di dimora, mentre Francesco Tola viene rintracciato a Montiano e gli viene notificato un avviso di garanzia. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri Pietro Contena e Salvatore Bardeglinu fanno parte del commando che ha rapinato il furgone portavalori a Manciano. La tecnica usata è molto simile, se non uguale, a quella della tragica rapina al furgone assaltato a Massa Marittima dove perse la vita il vigilante Raffaele Baldanzi: le indagini ancora in corso, quindi, dovranno stabilire se siano state commesse dalla stessa banda.

“Gli accertamenti — dice il colonnello Luigi Cortellessa — ci consentono di accusare alcuni degli arrestati anche per le rapine agli uffici postali di Vallerona (4 dicembre 2004, bottino 1700 euro), di Prata (3 febbraio 2003, 20 mila euro) e Cinigiani (2 novembre 2005, 12 mila euro) e di dare un nome anche agli autori del furto di 130 ovini (poi ritrovati in Calabria) commesso nell’estate del 2007 a Istia di Castro. E’ stata un’indagine molto complessa, perché l’omertà è un modo di vivere dei sardi, ma il grande lavoro svolto da tutti gli uomini impegnati per mesi e anche le notizie di cui eravamo in possesso ci hanno consentito di arrivare a questo risultato”.

Tutti gli indagati erano già noti alle Forze dell’ordine. Gianfranco Moni, ad esempio, era stato condannato a 17 anni di carcere per il sequestro di Esteranne Ricca, mentre Francesco Biagio Zizi era stato arresato perché coinvolto nel rapimento dell’industriale lombardo Giuseppe Soffiantini. “Le indagini – dice Cortellessa – proseguono”.

Luca Mantiglioni

Rapine, furti, armi: tredici arresti Maxi operazione dei carabinieriultima modifica: 2008-05-31T12:15:00+02:00da sagittario290