Il parere del Consiglio di Stato sullo schema di regolamento: cappotto all’ AGCM

14 maggio 2008

Il parere del Consiglio di Stato sullo schema di Regolamento: cappotto all’AGCM

Roma. Con adunanza del 21 aprile scorso la Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato ha reso parere favorevole, con osservazioni, allo schema di regolamento per l’esecuzione del TULPS proposto dal Ministero dell’Interno.
Nel proprio parere il Consiglio di Stato risponde ad alcuni specifici quesiti dell’Amministrazione dell’Interno, in particolare connessi ai rilievi elevati dall’AGCM, e fornisce anche una parte di raccomandazioni puntuali con alcuni dettagli tecnici e stilistici (consigliando, ad esempio, di eliminare alcuni verbo servili che potrebbero lasciare spazio ad atti discrezionali dell’Amministrazione).

In linea generale, si evince un apprezzamento per il lavoro svolto dall’Amministrazione dell’Interno, ed in particolare per lo sforzo di combinare interessi ed esigenze delicati e tra loro non agevolmente conciliabili.

Tra le considerazioni generali, il Consiglio di Stato pone l’attenzione sulla natura della licenza ex TULPS, indicandone alcuni tratti peculiari che la rendono per certi aspetti analoga (benché non concettualmente assimilabile) alla concessione. La licenza, nel nuovo impianto, è infatti l’esito positivo di un processo di verifica sulla capacità tecnica ed economica dell’istituto, ma prescinde da finalità di programmazione dell’attività al libero esercizio di iniziativa economica, essendo decaduto il diniego di licenza in funzione del numero e dimensionamento degli istituti (art. 4 del DL 8 aprile 2008). Mancando ogni corrispondenza tra esercizio dell’attività e compatibilità della stessa con un controllo amministrativo sulle leggi del mercato, si torna ad un concetto di licenza vicino alla concessione, che legittima una circostanziata serie di interventi “filorestrittivi” (dalla richiesta di progetti tecnico organizzativi molto dettagliati all’individuazione di servizi di esclusivo appannaggio delle guardie particolari giurate).

Ciò ovviamente non toglie che vengano apprezzati, rispetto alla precedente versione sottoposta al parere dell’Antitrust (ai tempi peraltro non sorretta da riferimenti normativi primari), i correttivi che sono stati apportati giusta le indicazioni dell’AGCM, maggiormente orientate ad un allineamento – in certi casi ad un superamento – delle istanze comunitarie.

In materia di prezzi, si ritiene tuttavia coerente l’ indicazione della tariffa, ossia del prezzo offerto, nell’istanza di licenza quale elemento di valutazione della capacità tecnica (desumibile dai mezzi usati e dal loro costo anche in termini di ammortamento) e della trasparenza e correttezza aziendale, perché l’integrale rispetto degli obblighi contrattuali e previdenziali per le guardie particolari trascende le questioni giuslavoristiche per allargarsi alla reputazione ed affidabilità dell’impresa ecc. Si esclude quindi ogni logica di prezzo imposto, peraltro superata dalla giurisprudenza, né si istituisce un criterio automatico di segnalazione dell’anomalia dei prezzi, ma la tariffa rappresenta “uno degli elementi – e non certo marginale – di valutazione” sull’eventuale elusione o perdita della necessaria capacità tecnica e, in questo senso, va indicata nella domanda.

Con approccio analogo, si ritiene coerente la necessità di individuazione dei servizi, quale elemento assolutamente fondamentale per compiere un valido sindacato sulla capacità tecnica dell’istituto richiedente. Diversamente, si ritiene eccessiva la pretesa di una nuova autorizzazione in caso di variazioni, per le quali basterebbe invece una comunicazione (cui comunque dovrebbe fare seguito un controllo sulla permanenza dei requisiti, fino ad eventuale revoca). La centralità del progetto organizzativo e tecnico-operativo, più volte richiamata dal Consiglio di Stato, presuppone però, in vista della rilevanza della capacità tecnica, “che sia individuato un quadro preciso delle dotazioni relative alle risorse umane e di mezzi e dei diversi ambiti operativi secondo una scala piuttosto ampia e minuziosa delle possibili opzioni, cui la redazione è affidata a un decreto del Ministro dell’interno, sentiti l’Ente nazionale di unificazione e la Commissione consultiva”.

Il Consiglio di Stato suggerisce che, “nello specifico campo della predeterminazione dei criteri per meglio definire la capacità tecnica, la Commissione consultiva possa apportare un rilevante contributo a condizione che gli eventuali requisiti o caratteristiche minimi siano parametrati ad alcune varianti che debbono essere di volta in volta configurate nelle prescrizioni tecniche che adotterà il Ministro dell’interno (la natura dei servizi che si intendono prestare, la loro estensione territoriale, il numero di addetti, gli strumenti tecnici e tecnologici di elezione della specifica attività, la centrale operativa, la coerente dotazione dei mezzi, la specifica idoneità professionale, la possibilità che la richiesta sia svolta per esercitare il diritto di stabilimento da parte di impresa già operante in altro Stato dell’Unione europea)”.

Viene inoltre ritenuta sostenibile la possibilità (contestata invece dall’AGCM) di negare la licenza quando “sussistono gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica”, in quanto ipotesi tesa a salvaguardare questi ultimi essenziali valori, pur nel necessario contesto di mercato. Eccessiva invece è ritenuta la richiesta di parere ai prefetti delle diverse province coinvolte in un’istanza sovraprovinciale: basta la comunicazione.

Rispetto agli altri rilievi dell’AGCM, il Consiglio di Stato ritiene che la soluzione di compromesso in materia di rispetto della contrattazione nazionale possa ritenersi soddisfacente, essendo innegabile che la reiterata e grave violazione della contrattazione non incida soltanto su profili strettamente lavoristici – e quindi riservati ad altre amministrazioni – ma sulla stessa affidabilità e serietà dell’istituto. Quanto all’ampliamento della riserva di attività dei servizi di vigilanza, il Consiglio di Stato ritiene la soluzione valida, una volta limitato l’ambito della riserva stessa agli obiettivi “sensibili”.

Interessante è la disciplina del possesso dei requisiti e capacità dell’impresa che intende esercitare il diritto di stabilimento. Secondo la linea del Consiglio di Stato, infatti, se i requisiti attestati dallo Stato d’origine costituiscono un presupposto sufficiente, il discorso è diverso per la capacità tecnica, che va inquadrata nella specifica situazione ove il servizio dovrà essere reso e va quindi dimostrata in ambito territoriale, sia per le imprese che esercitano il diritto di stabilimento, sia per le imprese nazionali che intendono ampliare le attività in altre province. Il Consiglio di Stato suggerisce quindi di richiedere in chiaro il progetto organizzativo e tecnico-operativo anche nelle istanze delle imprese comunitarie che intendono stabilirsi in Italia, assicurando così una sostanziale parità di trattamento tra tutte le imprese, nazionali e non, con l’obbligo di dimostrare la capacità tecnica relativa alla specifica progettualità connessa al servizio da espletare.

Quanto alla composizione della Commissione consultiva centrale e del Comitato tecnico per la vigilanza sull’attività degli organismi di certificazione indipendente, il Consiglio di Stato suggerisce di inserire un rappresentante del Ministero dell’università e della ricerca, il cui coordinamento potrebbe essere (in via eccezionale, vista l’urgenza) anche acquisito nel corso degli adempimenti successivi all’emissione del parere.

Prima analisi sul mercato della vigilanza privata italiana:
una mattina di studio firmata FederSicurezza

Roma. FederSicurezza organizza a Roma, presso il Palazzo di Confcommercio in Piazza Belli 2, una mattinata di riflessione aperta al mondo della vigilanza privata. Il 28 maggio prossimo alle ore 09.30 verrà presentato il Rapporto FederSicurezza 2008, prima mappatura del mercato italiano della vigilanza privata basata su approfondite elaborazioni statistiche e su un campione vasto e rappresentativo di questionari ed interviste agli operatori. Questa indagine – la prima in Italia nella storia del settore – offre uno spaccato dell’attuale situazione di mercato e rappresenta una valida base sulla quale costruire una riflessione sulle nuove opportunità che si aprono per la vigilanza italiana nel contesto europeo disegnato dalla Corte di Giustizia il 13 dicembre 2007.

Ricco di spunti e di interventi il programma dei lavori, che prevede un’introduzione di Carlo Sangalli (Presidente Confcommercio) sul peso – politico e non soltanto – della vigilanza all’interno del sistema paese.

Seguono i saluti dei rappresentanti dell’Associazione ospitante (Claudio Moro, Pier Giulio Petrone – Soci fondatori FederSicurezza) e delle parti sindacali presenti (Maurizio Scarpa, Segretario Nazionale FILCAMS CGIL, e Pietro Giordano, Segretario Nazionale FISASCAT CISL).

Si entra poi nel vivo dei lavori con la prolusione del Presidente di FederSicurezza Luigi Gabriele sul valore e gli obiettivi del Rapporto FederSicurezza, che vuole dare anche un segnale forte di “presenza numerica” del mondo della vigilanza privata nel contesto dei servizi italiani. Il tema verrà ripreso, sotto le diverse angolazioni dell’aggiornamento normativo, del processo di standardizzazione, dell’attività lobbystica a livello europeo e dell’impatto sindacale, negli autorevoli interventi di Giulio Cazzella (Prefetto della Repubblica); Ruggero Lensi (Direttore Tecnico Ente Naz. It. Unificazione UNI); Giuseppe Linardi (Prefetto Direttore Ufficio Amm. Gen. Dip. P.S.); Marc Pissens (Presidente Conf. Europea Servizi Sicurezza CoESS) e Parmenio Stroppa (Presidente Ente Bilaterale Vigilanza Ebinvip). Modera i lavori: Ilaria Garaffoni (Capo Redattore della rivista Vigilanza e dintorni).

Dopo una breve carrellata storica sull’evoluzione del settore, seguirà la presentazione vera e propria del Rapporto FederSicurezza 2008 curata da Antonello Villa, President Advisor’s and Research & Analysis Chief di FederSicurezza. L’intervento successivo sarà affidato ad un team di ricercatori e docenti dell’Università di Perugia (Stefano Poeta, Laila Bauleo e Sara Ricci), che tratteggeranno il nuovo scenario competitivo di settore. Trarrà le conclusioni Luigi Gabriele.

Registrazione ore 9.30. L’ingresso è gratuito previa iscrizione (da effettuare entro il giorno 26 maggio 2008) all’indirizzo email: federsicurezza@confcommercio.it

Il parere del Consiglio di Stato sullo schema di regolamento: cappotto all’ AGCMultima modifica: 2008-05-15T10:50:00+02:00da sagittario290