«Dio, dacci la serenità di accettare …

Edizione Padova

Domenica 18 Maggio 2008

«Dio, dacci la serenità di accettare … 

«Dio, dacci la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare; dacci il coraggio di cambiare le cose che possiamo, e l’intelligenza di capire la differenza».

Con questa preghiera ieri il questore Alessandro Marangoni ha concluso il suo discorso nel salone del palazzo della Ragione per la festa dei 156 anni della polizia.

Marangoni ha sottolineato in particolare il bisogno di nuovi strumenti legislativi, che consentano di avere la certezza della pena. «In Italia abbiamo bisogno di strumenti che impediscano ad arrestati, incarcerati e restituiti in massima parte alla libertà, di delinquere ancora in attesa di un processo che chissà quando si farà». Il capo della polizia non ha dimenticato il tanto gettonato tema della sicurezza. «La prevenzione non può e non deve essere compito esclusivo delle forze di polizia. Ad esempio, anche un’adeguata illuminazione delle strade costituisce un concreto aumento di sicurezza. La percezione della sicurezza, che è una sensazione personale e soggettiva, quasi sempre non corrisponde alle oggettive condizioni di sicurezza, frutto invece di misurazioni in termini numerici». Secondo il questore, spesso il disagio sociale, che non è determinato dall’aggressione criminale, contribuisce notevolmente a fare sentire i cittadini meno sicuri. Senza dimenticare che: «Padova ha dinamiche e problematiche che in larga misura esistono in realtà metropolitane con più del doppio degli abitanti. Via Anelli è diventata un vuoto contenitore degradato e i suoi problemi si sono fortemente decongestionati. Altri quartieri e zone della città ora risentono di quel radicale intervento». Alessandro Marangoni, alla fine, leggermente commosso, sembra quasi annunciare la sua uscita: «Sono ormai trascorsi tre anni e mezzo della mia permanenza a Padova: un’esperienza professionale e umana esaltante, e piena di fascino».

Presente alla cerimonia il prefetto Michele Lepri Gallerano, che ha colto l’occasione per parlare di ronde. «In queste ore – ha affermato il prefetto – stiamo valutando se gli istituti di vigilanza che hanno partecipato alle ronde abbiano in qualche modo violato la legge. Una guardia privata può controllare un bene mobile e immobile, ma non può chiedere i documenti a una persona per strada. Certi compiti spettano solo alle forze dell’ordine. Non bisogna mai sostituirsi a carabinieri e polizia».

Tra gli agenti premiati per l’ottimo lavoro svolto, c’è stato anche un civile. Giovanni Quarta, 24 anni, studente universitario iscritto alla facoltà di lettere, ha ricevuto una medaglia per avere fatto arrestare due scippatori. La scorsa estate ha inseguito in via Dante con la sua Vespa due individui a bordo di uno scooter che avevano appena rubato la borsetta a una donna in corso Milano. «Mi sono messo a inseguirli – ha ricordato Quarta – e mentre correvo, con il cellulare incastrato nel casco, ho chiamato la polizia. Non mi sento un eroe e lo rifarei. È stato un gesto istintivo».

Marco Aldighieri

«Dio, dacci la serenità di accettare …ultima modifica: 2008-05-19T11:35:00+02:00da sagittario290