«Con il sequestro Agnoletto io non c’entro»

Edizione Venezia

Mercoledi’ 14 Maggio 2008

PROCESSO MANIERO Il cugino, chiamato in causa da Felicetto, smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento

«Con il sequestro Agnoletto io non c’entro»

La domanda non è peregrina: “Perchè Maniero recupera la memoria dopo vent’anni sull’episodio di Donato Agnoletto?” Effettivamente il fatto che l’ex boss della Mala del Brenta neghi per tanto tempo di sapere chi era la talpa che fornì alla banda la dritta per il sequestro Agnoletto e poi salti fuori all’improvviso dicendo in aula – lunedì scorso – che era stato tutto preparato da Lolli e Belsito, è veramente curioso. Anche perchè del coinvolgimento di Lolli – al secolo Gilberto Boatto, uno dei capi della banda dei mestrini – si sapeva, ma di Franco Belsito, cugino acquisito di Donato Agnoletto non si sapeva proprio nulla. Ecco perchè Franco Belsito, tramite il suo legale, l’avvocato Renato Alberini, avverte che procederà in tutte le sedi contro Maniero. “Il mio cliente smentisce nel modo più netto qualsiasi coinvolgimento in quella vicenda” – spiega l’avvocato Alberini. Felice Maniero ha detto in aula che Belsito fornì alla banda tutte le informazioni per rapire il cugino Donato Agnoletto, allora presidente della Cooperativa di vigilanza privata . Maniero rapì la notte del 17 febbraio 1988 rapirono Agnoletto, la moglie, incinta, e la figlia. Li portarono in un capannone di Marghera e lì, reagendo ad uno dei banditi che continuava a picchiarlo, Agnoletto strappò la pistola dalle mani del bandito. Ne seguì una furibonda sparatoria dalla quale Agnoletto uscì crivellato di proiettili. Salvo per miracolo. Dopo vent’anni salta fuori che c’entrava anche il cugino. Il quale smentisce seccamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.

«Con il sequestro Agnoletto io non c’entro»ultima modifica: 2008-05-15T11:39:26+02:00da sagittario290