«Sono utili per presidiare il territorio Ma non è loro compito difenderlo»

Edizione Nazionale

Domenica 27 Aprile 2008

IL SOCIOLOGO

«Sono utili per presidiare il territorio Ma non è loro compito difenderlo»

Venezia

Utili per presidiare, ma non per difendere. Per il sociologo Silvio Scanagatta (nella foto) la società ha bisogno di sentirsi protetta, ma si deve stare attenti a non creare sul territorio figure che possano diventare un rischio più di un vantaggio.

Professor Scanagatta perchè la gente si sente sempre meno sicura in casa propria?

«Prima di fare questa considerazione mi sembra opportuno valutare due aspetti: se guardiamo le statistiche la quantità di crimini non è cresciuta di molto, semmai è cambiata. Oggi chi delinque lo fa seguendo il modello “guerrigliero”, colpisce la notte e nei luoghi meno frequentati, gioca sul colpire chi è più isolato. Il secondo aspetto è la percezione del pericolo che invece si è radicalmente modificata, oggi la gente ha davvero molta paura».

I vigilantes possono essere utili?

«Dipende. Se mandiamo i vigilantes con la pistola e con l’idea che difendano il nostro territorio, il pericolo è che finiscano con il rischiare la vita e basta. Di fatto si arriva ad alimentare una guerriglia urbana, la criminalità è certamente molto più attrezzata e motivata di quanto non lo sia una guardia giurata . Altro è porre sul territorio una presenza visibile, discreta, non operativa ma che riesca comunque a diventare un deterrente per i criminali e un punto di riferimento per la popolazione. Insomma, ottimo il ruolo di presidio, ma non credo a quello di difesa».

Ma se il numero dei crimini non giustifica una così grande paura, da cosa è alimentato questo senso di insicurezza?

«Mi viene da dire sicuramente dai crimini che avvengono e che non neghiamo esistano. Ma soprattutto dal fatto che se ne parli, è un effetto a valanga. Più diamo alla popolazione informazioni martellanti e costanti su ogni sopruso che avviene sul territorio, più si alimenta un senso di insicurezza. Non dimentichiamo poi la paura del diverso».

Insomma, sono gli immigrati a crearci un senso di minor tranquillità

«In effetti è così. Se il crimine viene commesso da uno straniero diventa sicuramente più spaventoso di quello, magari uguale, ma messo a segno da un locale. Ci si sente espugnati, si ha l’impressione che i nostri confini siano stati infranti».

Anche la giustizia e le sue maglie a volte larghe contribuisce a non rassicurare la popolazione

«Questo è un altro aspetto molto importante. Che certezza può avere un cittadino che vede commettere un crimine, vede andare in prigione l’autore e dopo qualche giorno lo ritrova a spasso per la città? La certezza della pena è il mattone primo della sensazione di sicurezza. I cittadini sono convinti di avere pochi mezzi per difendersi: il primo governo che viene eletto manda tutti fuori, la magistratura non è in grado di tenere in carcere chi delinque, le forze dell’ordine non hanno uomini sufficienti. Ed ecco che il cittadino, o chi lo amministra, studia tutti sistemi per riavere un minimo di tranquillità. Quando una società diventa multietnica va ripensata e bilanciata. Questo percorso è ancora lontano a venire».

Daniela Boresi

«Sono utili per presidiare il territorio Ma non è loro compito difenderlo»ultima modifica: 2008-04-28T11:11:18+02:00da sagittario290