SICUREZZA/ A PADOVA LA ‘GRANDE RONDA’ TRA PAURA E STANCHEZZA

CRONACA 

29 Apr 2008

SICUREZZA/ A PADOVA LA ‘GRANDE RONDA’ TRA PAURA E STANCHEZZA

Anche la Bbc farà un documentario, e la Lega triplica i voti

Roma, 29 apr. (Apcom) – “A Padova è difficile vivere”. Così uno dei cittadini che ha deciso di scendere in strada e partecipare alle ronde in giro per la città organizzate dai comitati di residenti sintetizza la difficile situazione nella quale si vive nella cittadina veneta. L’uomo è un impiegato, che lascerà per qualche sera tv e divano “perché – ha raccontato ad Apcom – penso che non ci sia altra soluzione, dopo anni e anni che nessuno ha dato risposte di fronte al degrado, all’insicurezza e alla paura”. Paura, è la parola chiave, ma anche stanchezza: “Per noi è un problema quotidiano, che si ripete ogni giorno, ogni volta che ti guardi intorno. Negli ultimi dieci anni la situazione è peggiorata”. C’è un po’ di paura anche a scendere in strada per le ronde, ma è più pesante quella di ogni giorno, che non cambia e “ora ci dobbiamo anche svegliare”.

L’emittente televisiva inglese Bbc ha preso contatti con uno degli organizzatori delle ‘ronde’ – “ma possiamo chiamarle anche passeggiate” – Massimiliano Pellizzari, presidente del ComRes (associazione i commercianti e residenti del centro storico), per uno speciale dedicato proprio alle ronde, anzi “alla madre di tutte le ronde”, come l’hanno chiamata i colleghi britannici viste le dimensioni annunciate: cento persone.

Pellizzari è dispiaciuto di aver perso una settimana tra ponti e festività ma “la settimana prossima avremo un incontro dove firmeremo un protocollo d’intesa con i partecipanti alle ronde, i residenti e i comitati cittadini, e dalla fine della prossima settimana, al massimo all’inizio della successiva partiranno le ronde”. Ci vuole un po’ più di tempo, spiega , perché le ronde di Padova non saranno piccola cosa: “Sarà una mega-ronda con 80-100 persone, per tre settimane consecutive, tre giorni alla settimana, ognuno dedicato a un quartiere tra i tre ‘più caldi’ che saranno pattugliati: il centro storico, Arcella e Stanga”. E ci saranno anche “vigilantes privati pagati con una colletta dai cittadini che piantoneranno case e negozi, perchè ce l’hanno chiesto i residenti”.

“Non pensavamo di scatenare tutto questo putiferio”, commenta un po’ stupito e divertito Pellizzari che poi si fa serio e spiega: “Siamo tutte persone che hanno a cuore il destino della loro città. Persone semplici normali, gente che lavora, che abita qui, residenti commercianti, uomini e donne, giovani e pensionati”, che abitano – spiega – in zone dove ogni giorno vivono il degrado, lo spaccio, la prostituzione, non un evento ma qualcosa che apri la porta e c’è sempre, lì sotto casa, sotto la finestra. “Ma – aggiunge – non vogliamo sostituirci alle forze dell’ordine, solo collaborare, loro sanno tutto quello che facciamo”. Giovedì scorso hanno fatto ‘una passeggiata di prova’, nel pomeriggio. “Certo ci sono rischi – ammette il presidente del comitato – ma è una situazione di non ritorno siamo così esasperati da mettere a rischio anche la nostra incolumità perchè le nostre famiglie possano presto vivere tranquille”. Quando partirà, “la madre di tutte le ronde”, porterà in strada cento persone, tutti con i cellulari pronti e le pettorine catarifrangenti che brilleranno sulle vie di Padova al crepuscolo.

Non è d’accordo con le ronde, seppure impegnato in prima persona a sollevare e risolvere il problema degrado e sicurezza a Padova, Maurizio Meridi, presidente dell’associazione Sos Padova, dove l’acronimo sta anche per ‘Sicurezza ovunque sempre’: “Non me la sento di trascinare padri di famiglia in posti frequentati non proprio da persone perbene, spacciatori, protettori… c’è la probabilità che succeda qualcosa, non posso far rischiare padri, nonni, donne. Le ronde e la vigilanza vanno lasciate fare a chi è competente, va fatta da polizia, carabinieri, questura, Guardia di finanza, polizia municipale, gente addestrata e armata”. A Meridi non piacciono neanche le ronde-segnalazioni coi cellulari, secondo il modello Tosi-Cofferati, “mettono comunque a repentaglio”. Eppure il presidente del comitato ha la sua arma segreta: i pensionati affacciati ai balconi, che – come quando lavorava all’assessorato alla sicurezza – sono i migliori informatori. Come loro i tanti cittadini che dalla finestra osservano, senza scendere in strada, e chiamano segnalano.

Oppure scattano foto e girano filmati. E sono in molti, centinaia. Per questo sta avanzando il progetto ‘Padova security Channel’: all’inizio un’emittente locale regionale farà da megafono alle segnalazioni mandando in onda i video di ordinario degrado filmati da passanti, residenti e volontari del comitato(350 gli iscritti a Sos Padova), un comitato “apartitico e apolitico”, “con noi sono venuti in strada a vedere cosa succede il portavoce di An Adrea Ronchi e assessori di Rifondazione comunista”. Entro la fine di maggio il progetto Padova security channel sarà solo una striscia quotidiana di due ore, ma l’obiettivo è realizzare una tv tematica di almeno 12 ore con video-denuncia e dibattiti; su ‘You tube’ ci sono assaggi dei filmati: capannelli di spacciatori indisturbati sia di giorno che di notte, accampamenti di nomadi nel parco, strade trasformate in cloache a cielo aperto. Anche sul sito di Sos Padova le foto sono eloquenti: turn over di spacciatori e clienti in via Cairoli e via Bixio, “150 metri di strada ciascuna, divise tra commercianti cinesi e nigeriani acquiescienti”, pozze di vomito, feci, rigagnoli di urina in zona stazione, ovvero a “8 minuti a piedi dal salotto buono”, degrado e spaccio in Corso del popolo, che “una volta era la passeggiata verso il centro ora è una strada dove si scambiano 50 chili di droga all’ora”, e ancora accampamenti di nomadi improvvisatinel parco di Padova, a 100 metri dalla Rinascente, nel centro di Padova, “dove i bambini noon si portano più”.

Le zone più calde sono intorno alla stazione, piazza Mazzini, via Bixio, la Stanga in zona Anelli, ma anche fasce residenziali limitrofe al centro che “sembrano al sicuro” come Guizza e Palestro. “Il capoluogo del veneto sta pagando, viviamo una situazione difficile, vivere a Padova è complicato”, conclude Meridi. A Padova nelle ultime elezioni la lega Nord ha triplicato i voti, e quelli del comitato si sono presi lo “sfizio di andare a controllare: i seggi dove ha preso più voti sono proprio quelli più degradati”.

SICUREZZA/ A PADOVA LA ‘GRANDE RONDA’ TRA PAURA E STANCHEZZAultima modifica: 2008-04-30T11:00:00+02:00da sagittario290