L’agente privato (sposato, tre figli) presto interrogato

Edizione BENEVENTO 

03/04/2008

L’agente privato (sposato, tre figli) presto interrogato

LUISA RUSSO Reazioni indignate alla notizia della giovane donna ivoriana, madre da qualche giorno, violentata a luglio da una GUARDIA GIURATA nella stazione del metrò di piazza Cavour. L’immigrata s’accingeva ad andare a trovare la neonata, che era al Policlinico. L’altro ieri l’arresto del vigilante, Antonio A., 59 anni, di Somma Vesuviana, che dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale con l’aggravante determinata dal fatto di indossare una divisa. L’amministratore delegato di Metronapoli, Filippo De Luca, stigmatizzando l’evento come «deprecabile» ha diffidato la Security Service invitandola «ad attuare tutte le misure indicate dal nostro codice etico, con cui da sempre chiediamo ai fornitori di vigilare sulla integrità morale dei dipendenti». E l’Udi, unione donne italiane, con un comunicato di Stefania Cantatore ed Elena Coccia annuncia l’installazione di bacheche rosa in ogni stazione della metropolitana «per aiutare le donne ad essere informate ed a vivere il proprio diritto ad una mobilità senza rischi». Fino all’altro ieri tutti erano all’oscuro della denuncia presentata dalla donna che chiameremo Alina (accompagnata la sera stessa, il 20 luglio, dal marito in Questura) e delle indagini svolte nella massima discrezione dalla Squadra Mobile diretta da Vittorio Pisani, e in particolare dagli ispettori Patrizia Sarcinelli e Lucia Esposito della IV sezione, che si occupa di minori e dei reati della sfera sessuale in genere. Indagini coordinate dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano. La GUARDIA GIURATA, sposata e con figli – che nega ogni addebito – sarà interrogata entro i prossimi tre giorni. Metronapoli esprime «solidarietà alla giovane donna oggetto di violenza». Nessun provvedimento di sospensione fino a tarda sera era stato adottato nei confronti del dipendente dalla società di vigilanza che – informalmente – sembra assumere un atteggiamento più garantista («intanto il dipendente è solo indagato e va rispettato il principio di innocenza fino a condanna definitiva»). La Security ricorda che gli aspiranti all’assunzione devono essere in possesso di un decreto prefettizio che autorizza determinate persone, dopo accertamenti di ogni genere, a svolgere tale attività. «Attendiamo un provvedimento della Prefettura. Non appena arriverà, avvieremo anche noi il procedimento per la sospensione. Tanto l’impiegato è in carcere e in ogni caso non lavora». Ora il sospetto è che l’uomo non fosse nuovo ad abusi del genere (anche se da almeno sei anni non risultano altre denunce di violenze o tentativi di violenza nelle stazioni del metrò). Insorge l’Udi: «Sarebbe potuto accadere dovunque, nelle nostre città, dove il rischio legato alla mobilità delle donne è l’unico parametro totalmente assente dalla cultura politica e sociale di chi progetta e persino di chi promette».

L’agente privato (sposato, tre figli) presto interrogatoultima modifica: 2008-04-04T11:59:57+02:00da sagittario290