Torre del Greco, tredici persone restano rinchiuse per un’ora.

Edizione CIRC_SU1

26/03/2008

Torre del Greco, tredici persone restano rinchiuse per un’ora. Svaligiati caveau e bancomat: 160mila euro il bottino

FABIO DE SILVA Torre del Greco. Sono entrati sicuri, hanno immobilizzato clienti e dipendenti e sono andati dritti al caveau. Poi, hanno atteso che il congegno a tempo consentisse l’apertura del bancomat. Bottino, 160mila euro. L’istituto di credito in cui hanno fatto irruzione i balordi, la banca di Roma di corso Vittorio Emanuele. Panico nell’istituto di credito dove i quattro dipendenti, il direttore della filiale, e i sette malcapitati clienti, sono stati rinchiusi in una stanza dove hanno dovuto attendere circa un’ora prima di potersi liberare, sfondando a spallate la porta della camera. Aggredita una GUARDIA GIURATA che è stata disarmata. Secondo gli investigatori, ieri alle 14.45, il colpo è stato messo a segno da una banda di professionisti. I tre banditi si sono suddivisi i compiti. Uno, armato di pistola, è rimasto all’esterno, ed è entrato in banca solo dopo che gli altri due avevano già disarmato la GUARDIA GIURATA che è stata costretta a consegnare la pistola ai criminali. A questo punto, il commando ha avuto via libera. «State fermi e buoni. Se non fiatate non vi accadrà nulla», hanno detto i balordi con tono deciso, costringendo clienti e dipendenti a entrare in una stanza dove non c’era alcuna possibilità di comunicare con l’esterno. I tre banditi, quindi, dopo essersi liberati degli «spettatori» scomodi, sotto la minaccia della pistola si sono fatti accompagnare dal direttore verso il caveau per dare il via alla procedura temporizzata finalizzata ad aprire la cassaforte con i contanti. A questo punto, i malviventi hanno dovuto aspettare circa un’ora, fino a che il portellone non si è aperto. Una lunga attesa per clienti e dipendenti sequestrati in un’angusta stanza e impauriti, tenuti a bada da uno dei banditi mentre gli altri due complici hanno ripulito caveau e bancomat. Uno dei tre delinquenti ha agito a volto scoperto mentre gli altri due avevano il volto occultato, uno da barba e baffi finti e l’altro da un passamontagna. La banda prima di dileguarsi con il bottino si è curata perfino di prelevare le cassette delle telecamere a circuito chiuso per evitare di essere riconosciuti. Finito il raid, i banditi sono scappati probabilmente a bordo di una vettura parcheggiata fuori la banca che si trova proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria del Popolo. Nel frattempo, le persone sequestrate nello sgabuzzino hanno faticato non poco prima di sfondare la porta. A furia di spallate e spinte, l’hanno buttata giù, chiamando il 113. Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato coordinati dal primo dirigente, Pietro De Rosa. Le forze dell’ordine hanno soccorso i testimoni sotto choc e li hanno accompagnati al commissariato di via Marconi dove sono stati sottoposti a un dettagliato interrogatorio per cercare di ricostruire la dinamica della vicenda e soprattutto di risalire agli autori. Di sicuro si tratta di professionisti. Un elemento che emerge chiaro dal modo in cui gli stessi hanno pianificato il colpo occupandosi anche dei dettagli. Un commando di esperti del settore, specialisti, provenienti da fuori città, forse da Napoli. La polizia sta indagando per chiarire tutti i retroscena del colpo: per esempio, come la banda sia stata in grado di aggirare il metal-detector all’ingresso dell’istituto di credito e se qualche cliente giunto dopo le 15.45, nella lunga ora d’attesa prima che la banda uscisse fuori, abbia visto dettagli utili alle indagini.

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