Terrorismo, stagione da non dimenticare

Edizione Venezia

Venerdi’ 22 Febbraio 2008

Terrorismo, stagione da non dimenticare

Incontro a Ca’ Savio per ricordare l’attentato alla sede del Gazzettino del 1978

Ca’ Savio

«Le numerose vittime degli anni di piombo e del terrorismo in Italia degli anni ’70-’80, sono spesso dimenticate, e le loro famiglie vivono, ancor oggi, esperienze tragiche nell’abbandono totale da parte dello Stato».

Parole chiare di Roberto Papetti, direttore del Gazzettino, in apertura del dibattito su “Terrorismo e informazione”, al quale ha partecipato con Vittorio Borraccetti, procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, Gianluca Amadori, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, e Beppe Gioia, capo redattore Tg3 Rai del Veneto. Un incontro al centro polivalente di Ca’ Savio organizzato per ricordare Franco Battagliarin, ucciso trent’anni fa nell’attentato terroristico alla sede storica del quotidiano, in calle delle Acque a Rialto, dove prestava servizio come guardia giurata .Il sindaco Erminio Vanin ha aperto la serata con la consegna di una targa alla moglie di Franco, Rosina Vignotto, alle figlie Mara ed Ilenia e alle nipotine. «Oggi – ha aggiunto Borracetti – dopo tanti anni, sul terrorismo abbiamo capito molte cose, e motivare quel giudizio di rifiuto è diventato più solido, senza reticenze, per tutti, tranne per che per minoranze esigue della socità italiana. Oggi tutta la politica italiana, tutte le forze politiche non hanno alcuna indulgenza verso il terrorismo. E in quel rifiuto c’è in, qualche misura, il rafforzamento della cordata a dimenticare quegli anni pesanti, anche perché abbiamo capito l’intollerabilità della violenza».

Borraccetti si è associatoall’iniziativa presa dall’amministrazione comunale di Cavallino-Treporti e al concetto della memoria espresso anche dal direttore del Gazzettino.Questa iniziativa è fortemente meritoria – ha detto – perché il problema del nostro Paese è la memoria di quel che è successo: serbare memoria significa anche conoscere bene i fatti, sapere, per esempio, che il nostro paese è stato attraversato da una pluralità di terrorismi». Secondo Amadori «Gli anni di piombo e delle stragi in Italia sono stati caratterizzati dal crimine ideologico, fondamentalista, di fronte al quale noi giornalisti ci siamo trovati impreparati, col desiderio di comprenderlo senza riuscirci».

Beppe Gioia infine ha tracciato uno scenario da inviato sul fronte dell’eversione all’Università di Padova. «C’era violenza per le strade. Sui giornali, all’indomani degli attentati, c’era già un colpevole, e ciascuno indicava il proprio, secondo l’ideologia di appartenenza, che divideva l’Italia in due fazione. I giornalisti erano schierati, con la stampa in chiaro e scuro da fomentare tifo da stadio, e lo Stato assente, complici i servizi segreti deviati. Finalmente siamo arrivati al momento del rifiuto totale, e al giornalismo d’inchiesta».

Egidio Bergamo

Terrorismo, stagione da non dimenticareultima modifica: 2008-02-23T11:52:58+01:00da sagittario290