Assalto al blindato, bottino di “appena” 243mila euro

Edizione Venezia 

Sabato 23 Febbraio 2008

Almeno tre le piste che gli investigatori della Mobile stanno battendo alla ricerca dei banditi che hanno firmato il colpo in A4: epigoni della Mala del Brenta, albanesi o romeni?

Assalto al blindato, bottino di “appena” 243mila euro

Sei professionisti nell’uso del kalashnikov meno in quello dell’esplosivo: per la carica insufficiente lasciato nel caveau mezzo milione 

Continua a ritmo serrato la caccia ai banditi incappucciati che lunedì scorso hanno assaltato lungo l’A4 un portavalori della “Corpo vigili notturni” di Pasian di Prato. Gli uomini della squadra mobile di Venezia non escludono alcuna ipotesi. E anche se il dirigente Alessandro Giuliano dichiara che la soluzione non si profila a breve, si ha la sensazione che le indagini abbiano imboccato la strada giusta. Almeno tre le piste “buone” sul tavolo degli investigatori: quella rivierasca che collega il colpo agli epigoni della Mala del Brenta, quella albanese, quella rumena, quella albanese. Ad accomunare i rispettivi modus operandi, l’istruzione paramilitare dei componenti dei rispettivi gruppi di fuoco, la professionalità nel progettare i piani criminali, la determinazione operativa. E in tale contesto che si pone anche lo scambio informativo che sta avvenendo con i carabinieri di Pordenone impegnati da tempo su casi registrati in Friuli, riguardanti per lo più gli assalti ai bancomat, che potrebbero avere delle interessanti convergenze investigative. Da quanto accertato finora dalla polizia, la banda entrata in azione alle 19.45 a quattro chilometri dalla barriera di Roncade in direzione Trieste, ha operato senza alcun basista bensì secondo la modalità che gli addetti ai lavori definiscono “con osservazione”. Vale a dire monitorando per mesi in maniera certosina e meticolosa i tragitti dei blindati, studiando le eventuali abitudini o variazioni su standard comunque riprodotti con cadenze infrasettimanali. Quel che è certo è che hanno firmato un piano pressoché perfetto dimostrando di sapere maneggiare senza la benché minima esitazione kalashnikov e fucili mitragliatori: la prima raffica sparata ad altezza d’uomo per spegnere sul nascere qualsiasi tentativo di reazione da parte delle tre guardie giurate . Nessun colpo è finito sull’altra carreggiata dell’autostrada, nonostante il blindato sia stato stretto sulla corsia di sorpasso a ridosso del guardrail che divide i due sensi di marcia. L’unica sbavatura emerge dall’utilizzo della carica esplosiva che non è stata sufficiente ad aprire completamente il portellone: non a caso i banditi si sono dovuti accontentare di “appena” 243mila euro lasciandone all’interno del caveau altri 500mila. Le auto impiegate per l’agguato, una Volvo XC90 e una Fiat Ulisse bruciate a tre chilometri di distanza, sono risultate rubate la settimana scorsa a Conegliano e a Codroipo.

Intanto sul fronte sicurezza, la giunta regionale del Friuli che controlla Autovie Venete, società concessionaria autostradale della A4, ha proposto al ministero di poter utilizzare a fini preventivi le tecnologie già esistenti sulla tratta. Le telecamere installate, cioè, potrebbero rilevare tutte le targhe dei veicoli in entrata e in caso di auto rubate potrebbe quindi scattare la verifica in tempo reale.

Monica Andolfatto

Assalto al blindato, bottino di “appena” 243mila euroultima modifica: 2008-02-24T11:42:00+01:00da sagittario290