Ucciso da un colpo di un fucile da guerra

Criminalità

2008-01-11

INDAGINI

Ucciso da un colpo di un fucile da guerra

Il vigilante colpito una sola volta

PROSEGUONO serrate le indagini sull’assalto al portavalori della Securpol, che è costato la vita alla guardia giurata Raffaele Baldanzi. I carabinieri del Comando provinciale sono ininterrottamente impegnati da lunedì pomeriggio alla ricerca di indizi, tracce, testimoni che possano condurre agli assissini. In aiuto dei militari dell’Arma locale, sono giunti da Roma anche i colleghi del Ris, reparto investigazioni scientifiche, che stanno attendendo dalla Procura grossetana l’autorizzazione alla esecuzione di alcuni accertamenti irripetibile, come ad esempio, la rilevazione del dna da alcuni dei reperti che sono stati rilevati, prevalentemente, sui mezzi utilizzati per il feroce assalto al blindato che trasportava circa 300mila euro. «Quando riceveremo l’autorizzazione — spiega il comandante del Ris di Roma, Luigi Ripani, che tiene a precisare che il Ris è di supporto alle indagini di cui è titolare l’Arma locale — potremo cominciare con gli accertamenti. Entro pochi giorni, comunque. Attualmente è quindi difficile fare il punto della situazione. Posso soltanto confermare che sono stati rinvenuti alcuni proiettili e bossoli, e alcune tracce significative, soprattutto sul mezzo che non è stato bruciato. Poco di rilevante invece sui due che sono stati incendiati». Dall’autopsia, intanto, emergono nuovi, significativi particolari. Intanto che ad uccidere Baldanzi è stato un unico colpo, che gli ha perforato il polmone, sparato da un fucile che nella Seconda Guerra mondiale era in uso ai cecchini americani. Si tratta di un «Garant».

CONTINUANO, inoltre, le manifestazioni di solidarietà da parte dei ragazzi di Gavorrano. «Anche la scuola ha voluto partecipare — si legge in una nota dell’Istituto comprensivo — alla giornata di lutto cittadini disposta dal sindaco. Tutti i bambini hanno rispettato un minuto di silenzio». «Commovente e significativa l’adesione dei ragazzi — commenta la dirigente scolastica, Assunta Astorino — l’istituzione scuola ha dato un segnale del ruolo che gli compete nel trasmettere i valori fondamentali di questa società». Nell’ambito delle indagini, nella giornata di ieri sarebbe stato effettuato un controllo mirato nel territorio di Scarlino, molto probabilmente in un podere. Intanto, particolare non di poco conto per le stesse indagini, è stato accertato che la macchina bruciata alla Pesta e usata dai rapinatori per una prima fuga non è un Mitsubishi Pajero ma un Suzuki Vitara. Il Pajero, visto sfrecciare sulla strada provinciale 49, potrebbe essere stato usato per la fuga definitiva dopo il rogo dell’altro suv.

Ucciso da un colpo di un fucile da guerraultima modifica: 2008-01-12T12:35:00+01:00da sagittario290