Il Camploy affidato ai vigilantes

Sabato 29 Dicembre 2007

CAMBIAMENTI. La Giunta assicura che il servizio non è in pericolo. Il responsabile del progetto sloggiato: «L’ideale sarebbe che non ci fosse più bisogno di posti così»
Il Camploy affidato ai vigilantes
Guardie giurate armate al posto degli assistenti sociali della cooperativa che gestiva l’accoglienza a Veronetta


Giorgia Cozzolino

La Giunta municipale sostituisce gli operatori che gestiscono la preapertura dell’asilo notturno Camploy con guardie giurate armate. Una scelta che ha già sollevato qualche polemica politica. Ma l’amministrazione si affretta a precisare, per bocca dell’assessore ai Servizi sociali, Stefano Bertacco, che il servizio di dormitorio non è in pericolo. Secondo il sindaco Flavio Tosi, il cambio della gestione è diventato necessario per «una questione di sicurezza».
Molti sono infatti i disagi segnalati all’Amministrazione dai residenti della zona, stanchi di baruffe e molestie da parte di persone che gravitano attorno al dormitorio, «che non sono certo ingegneri e avvocati», dice Bertacco, spiegando che spesso gli individui con disagi sociali vengono avvicinati da gente di malaffare. «Il servizio rimane invariato», precisa però il sindaco «la preapertura del dormitorio, ora gestito da una cooperativa, che costa non poco, sarà sostituito dal servizio di vigilanza privata. Quello che fanno questi operatori, ovvero evitare un afflusso poco ordinato, sarà svolto a un costo inferiore dalle guardie». Se prima infatti l’amministrazione spendeva 100 mila euro l’anno per i servizi offerti dalla cooperativa (comprensivi però anche di altre attività esterne al dormitorio), che aveva preso il posto dei vigili urbani, dal 1 gennaio ne spenderà un terzo, ovvero poco più di 33 mila euro per la ditta di vigilanza. Soldi che in realtà non sborsa il Comune, ma la Fondazione Cariverona.
I CAMBIAMENTI. Ma davvero, come sostiene l’Amministrazione, non cambierà nulla? Per saperne di più abbiamo fatto un giro al Camploy e abbiamo visto che molte persone disagiate, in gran parte straniere, frequentano la sala al pianoterra nelle ore precedenti all’apertura ufficiale (alle 19.30 d’inverno e alle 20 d’estate). Qui una squadra di operatori del Self Help li accoglie, dà loro un panino caldo e del tè e instaura con loro un rapporto di fiducia che consente di aiutarli ben al di là di un pasto e un letto. La maggior parte degli ospiti è costituita da stranieri regolari che rimangono il tempo necessario a trovare un lavoro e una casa. Accanto a loro, che fanno turn over, italiani con problemi psichici o fisici che faticano a ritagliarsi un ruolo all’interno della società, alcuni persino incapaci di portare avanti le pratiche per l’assegno di invalidità o qualsiasi altro supporto sociale che il Comune o lo Stato offrono. Gli operatori del Self Help quindi li guidano e li seguono cercando, spesso con successo, di introdurli in una struttura più adeguata alle loro esigenze. Attualmente sono circa una ventina gli italiani residenti a Verona seguiti in questo modo dalla cooperativa. Un piccolo-grande impegno che con lo scadere dell’anno verrà a mancare lasciando questi veronesi «doc» o d’adozione, senza un aiuto concreto, perché difficilmente le guardie giurate avranno le competenze e le conoscenze necessarie per dare questo supporto.
ALTRE SOLUZIONI. Anche se dalla cooperativa non si levano né proteste né polemiche per il taglio, Giuseppe Prospero, responsabile per Self Help del progetto legato al dormitorio, nega che esista un vero problema sicurezza: «I problemi sono legati alla presenza di stranieri nel quartiere, ma dire che riguardano il dormitorio è discutibile». E aggiunge: «Siamo noi i primi a credere che non servano i dormitori e sappiamo che spesso appare più semplice circondare queste strutture di una percezione di sicurezza, ma in realtà la questione è arrivare al superamento dei dormitori, attraverso il sistema delle seconde accoglienze che inserisce queste persone nel tessuto sociale e garantisce loro una possibilità di rifarsi una vita. Riuscire ad eliminare il dormitorio sarebbe l’ideale sia per le persone che vi trovano riparo sia per il quartiere».

Il Camploy affidato ai vigilantesultima modifica: 2007-12-30T11:55:00+01:00da sagittario290