Al supermarket furti per tre miliardi

19 novembre 2007

Al supermarket furti per tre miliardi

di Marco Bellinazzo

e3be9ebaca2c3ea67b87c9f79a6f19ff.jpgRubare nei supermarket richiede sempre più scaltrezza e professionalità. Telecamere ovunque; fascette protettive invisibili; security sempre allerta. Ma nulla sembra scoraggiare i “furbetti” della spesa gratis, visto che quest’anno il valore delle merci sottratte dagli scaffali della grande distribuzione in Italia supererà i 3 miliardi di euro.
Il furto, quindi, viene spesso “consumato”, in barba a tutti gli sforzi dei retail per limitare i danni. Ma che cosa rischiano, invece, i (pochi) che vengono presi con la mani nel sacco?
Nel corso degli anni, tribunali, corti d’appello e Cassazione hanno sezionato – in una sorta di moviola giudiziaria – le ruberie da “asporto” in tutte le possibili fasi e soluzioni. Un passo in più o in meno, un tentennamento o piuttosto l’affannarsi precipitoso verso l’uscita possono costare mesi di galera. Le telecamere di sorveglianza inchiodano impietosamente i ladri più avventati o distratti. Dal semplice tentativo si può scivolare in un batter d’occhio nel furto aggravato o addirittura nella rapina “impropria”. E se il reato-base è punito con la reclusione di sei mesi, nei casi più gravi si può finire dietro le sbarre anche per dieci anni.
Così possono reputarsi fortunati i due ventenni rumeni arrestati a Savona qualche settimana fa. Entrati in un Ipercoop, i due si sono impossessati di forbicine e tronchesini e hanno rimosso i dispositivi elettronici anti-taccheggio da molti articoli in vendita, arraffando dagli scaffali tre tute, un paio di scarpe, pantaloni, un completo da fitness, tre confezioni di pile, salsicce, sottilette e caramelle. Poi si sono diretti con aria trafelata verso i varchi riservati ai clienti senza spesa. Peccato che le loro gesta fossero seguite in diretta dalle telecamere a circuito chiuso. I vigilantes li hanno bloccati con le mani nel sacco appena prima che uscissero. Cosa che però si è rivelata la loro “salvezza”. Per giurisprudenza ormai consolidata, infatti, la circostanza che i taccheggiatori non valichino la barriera delle casse e che il ladrocinio avvenga sotto l’occhio vigile delle telecamere rende il furto meno pericoloso, degradandolo a delitto solo tentato per il quale è accordato uno sconto da un terzo a due terzi della pena.
Ecco perché analogo trattamento di favore è stato negato ai quattro giovani che in un magastore di Napoli, lo scorso mese, hanno trafugato tre telefoni cellulari, una playstation portatile, un’antenna Gps e 2 cd musicali per un valore di 1.100 euro. I quattro avevano occultato il bottino nelle tasche dei cappotti e negli zaini sfuggendo alle telecamere, ma sono incappati negli allarmi del supermarket un attimo dopo aver superato – ovviamente senza aver messo mano al portafoglio – la barriera delle casse. Con queste modalità, sostengono i giudici, il furto s’intende interamente realizzato e le sanzioni vanno comminate senza indulgenza: galera fino a tre anni e una multa da 154 a 516 euro.
Ma può finire anche peggio se, dopo aver evitato telecamere e allarmi, si prova a scappare schivando cassiere e guardie giurate. Pochi giorni fa, ad Asti, una donna di 62 anni – dopo aver riempito il carrello con articoli d’abbigliamento, creme per il corpo e 30 bottiglie di superalcolici – ha forzato le sbarre poste all’ingresso del supermercato, spintonando una cassiera. Così, alla volitiva sessantenne è stata contestata la rapina impropria. Basta una spinta o uno strattone, dunque, e la reclusione può salire fino a dieci anni, più multa da 516 a 2.065 euro.
Insomma, ai nostrani Arsenio Lupin da centro commerciale – prima di emulare le astuzie della ragazza francese di Pontarlier che l’anno scorso ha compiuto 3.500 furti nei supermarket d’Oltralpe – converrà studiare per bene il Codice penale e mettere a fuoco tutti i rischi del mestiere.

Al supermarket furti per tre miliardiultima modifica: 2007-11-20T12:00:00+01:00da sagittario290