21 ottobre 2007
«Io, preso a schiaffi dai vigilantes perché ero senza casco»
Il racconto di uno dei ragazzini di Recco puniti dai “giustizieri” denunciati dal sindaco. Le reazioni in città
Edoardo Meoli
Incredulità, certamente, da parte della gran parte dei recchesi. Ma il giorno dopo le dichiarazioni di Gianluca Buccilli, il sindaco che ha denunciato la presenza in città di «vigilantes-squadristi che utilizzano la loro prestanza fisica per mantenere l’ordine pubblico”, arrivano anche le conferme. Il primo a squarciare il velo dei preoccupati silenzi è Andrea (il nome è di fantasia), minorenne bloccato in motorino da due energumeni, che ricorda ancora con timore quella brutta esperienza: «Ero in sella con un mio amico senza casco, eravamo in via Roma e a un certo punto quei due tipi ci hanno fermati usando una paletta uguale a quella che hanno i vigili – racconta – ci hanno intimato di mostrare i documenti, hanno detto di dover fare dei controlli d’accordo con i carabinieri. A me hanno affibbiato una sberla in testa, il mio amico è stato preso e portato a Uscio, dove lo hanno abbandonato sul ciglio della strada.
È dovuto tornare a Recco a piedi, in piena notte». Un altro ragazzino è stato strattonato malamente e si è fratturato un braccio. La sua colpa? Aver “fatto casino” sulla passeggiata a mare (così hanno spiegato i due “vigilantes”). Ancora più gravi sono le ammissioni di qualche esercente: «È vero, da qualche tempo in città ci sono quei due tipi. Ma in fondo non fanno nulla di male», spiega un commerciante della zona a mare che preferisce non rivelare la sua identità, ma aggiunge qualcosa di ancora più inquietante: «A Recco lo sanno tutti. Ci sono bar che sono stati ripuliti dagli albanesi grazie a queste iniziative private e alcune zone dove i tossici erano di casa ora non hanno problemi».
Certo la presenza dei vigilantes, che millantano amicizie con i carabinieri, potrà anche non essere a conoscenza di tutti in città. E ieri, girando per il centro, la gran parte dei commenti erano indirizzati in questo senso: dal parroco allo storico del paese, passando per i commercianti più noti; tutti a dire che «un fatto del genere sembra incredibile». «Vorrei che fosse così, ma purtroppo l’allarme è reale e, sebbene non si siano verificati fatti davvero gravi, è chiaro che non si può restare indifferenti se in città lavorano apparentemente indisturbati personaggi di questo genere – dice ancora Buccilli –In ogni caso sono certo che le forze dell’ordine indagheranno e daranno tutte le risposte del caso».
Anche Mariolina Diena, capogruppo della minoranza, torna sull’argomento con alcune novità rilevanti: «Dopo che è uscito l’articolo sono stata avvicinata da alcuni ragazzi che mi hanno confermato tutto – dice – per questo andrò a sporgere denuncia contro ignoti». Diena esprime anche qualche dubbio sul metodo scelto da Buccilli: «Una vicenda del genere andava gestita in maniera diversa, convocando un consiglio comunale ad hoc o una riunione di capigruppo – dice – le sparate allarmistiche sui giornali, per quanto fondate, danno l’impressione di una debolezza delle istituzioni».
Per quanto riguarda le forze dell’ordine, che stando al racconto di Buccilli vengono chiamate in causa («Queste losche figure millantano amicizie con i carabinieri, ma io non lo credo possibile», ribadisce), ovviamente hanno già avviato le indagini del caso. Tra l’altro, emerge anche che le persone in questione – che operano più o meno indirettamente nel campo dei sistemi di sicurezza – avrebbero anche avuto rapporti indiretti con l’amministrazione, facendosi promotori di un progetto per l’installazione di telecamere per la videosorveglianza.
Il progetto sarebbe, poi, stato accantonato di fronte alle perplessità del sindaco e, soprattutto, di fronte a una seconda proposta da parte di un’altra società. Anche su questo fronte si dovrà fare chiarezza.