Assalto al Bennet, spari e paura

Data articolo:   18-10-2007

Assalto al Bennet, spari e paura

I malviventi si erano calati dal tetto della struttura e avevano svaligiato la gioielleria

Polizia e vigilantes bloccano una banda di ladri in fuga: tre arresti nella notte

Tutto studiato nei dettagli. Anche l’impalcatura che è vicino al centro commerciale e che li ha agevolati involontariamente nella loro salita sul tetto. Poi, come ha fatto Tom Cruise nel suo famoso ‘Mission impossible’, si sono calati dall’alto: funi e carrucole per poter arrivare alla zona dei negozi, al piano terra del centro commerciale Bennet di Montano Lucino.
E qui, in pochi secondi, hanno devastato la vetrina della gioielleria ‘Stroili oro’: vetri rotti con mazze e martelli per arraffare quanto era in esposizione. Davvero tanto oro: catene, girocolli, bracciali, orecchini, anelli e ciondoli vari per un peso complessivo superiore ai 6 chili. Valore di mercato oltre i 90mila euro. Un vero colpaccio per la banda che, però, ha dovuto riconsegnare tutto. I ladri acrobati, tanto abili nell’entrare al Bennet l’altra notte, non hanno fatto i conti con l’antifurto ‘volumetrico’, quello che rileva l’intrusione di estranei anche se non suona. Loro, non sentendo la sirena, pensavano di essere al sicuro.
Hanno accelerato le operazioni quando è suonato – questa volta con tanto di sirena – l’allarme della gioielleria presa a mazzate dai banditi. Ma all’esterno, ad attenderli c’erano già gli uomini della squadra volante della Questura, allertati dalla centrale operativa (stavano lavorando a pochi metri di distanza, nel territorio di Grandate ndr), e quelli della vigilanza privata. La loro perfetta sinergia, con gli uni arrivati prima degli altri di pochi secondi, ha permesso ai ladri di fare pochissima strada. A scopo intimidatorio uno ‘sceriffo’ ha anche esploso in aria due colpi di pistola appena arrivato sul posto. Due ladri (a mani vuote) sono riusciti a fuggire nell’oscurità, tre invece arrestati in flagranza. Con l’oro in mano appena rubato. Tutti indossavano guanti e calzamaglie sui volti per non essere ripresi dalle telecamere a circuito chiuso.
A finire nei guai sono stati tre rumeni, tutti senza documenti, di 27 anni. Sono stati identificati in Questura con il fotosegnalamento. Altrimenti sarebbe stato difficile poter dare a loro un nome ed un cognome visto che, appena bloccati dai poliziotti, si sono rifiutati di dare i documenti. Decisive le foto. Tutti, infatti, nonostante la giovane età, sono già conosciuti dalle forze dell’ordine. In particolare per furti ed altri piccoli reati legati al mondo della droga. I tre, ieri pomeriggio, sono comparsi davanti al giudice monocratico di Como, Luisa Lo Gatto, per il processo con rito direttissimo. Hanno chiesto i termini a difesa che il giudice ha accordato. Ma senza alcuna concessione: arresto convalidato con loro permanenza in carcere sino alla metà della prossima settimana quando torneranno in aula per il dibattimento vero e proprio. In quell’occasione saranno difesi da un avvocato di fiducia, nominato già ieri e proveniente da Roma.
Nel processo di ieri sono stati seguiti dall’avvocato d’ufficio Romina De Colle. Ma loro hanno chiesto di poter avere il loro legale di Roma. Nella speranza di poter tornare presto in libertà.
Soddisfazione è stata espressa ieri dal capo di Gabinetto della Questura di Como, Nunzio Trabace. «Sono stati fondamentali i sistemi di allarme – ha detto – e la collaborazione con gli addetti dell’istituto di vigilanza privato che ci hanno prontamente chiamato». Dalla Questura si sottolinea anche l’importanza di avere tre auto in servizio notturno, nell’ambito del piano di sorveglianza del territorio. La prima volante a intervenire era a Grandate, in via Leopardi, per un controllo richiesto dal sindaco del paese.

Marco Romualdi

Assalto al Bennet, spari e pauraultima modifica: 2007-10-19T12:31:42+02:00da sagittario290