Adolescenti figli della Treviso-bene, …

Edizione Treviso

Domenica 14 Ottobre 2007

Adolescenti figli della Treviso-bene, …

Adolescenti figli della Treviso-bene, di genitori magari un po’ troppo permissivi che si sarebbero pure fidati di lasciarli prendere un treno per Roma, in piena notte, per recarsi alla manifestazione contro gli esami di riparazione.

Ma loro, due studentelli trevigiani di 15 e 16 anni, nella Capitale non sono mai arrivati. Si sono fermati ben prima, anzi, in treno non sono nemmeno saliti: approfittando delle maglie larghe dei controlli parentali, hanno scelto di protestare “in loco” attivandosi contro i loro stessi istituti.

Nel cuore della notte tra giovedì e venerdì, hanno imbrattato con simboli e slogan “Treviso non dorme” i muri esterni dei licei Artistico e classico “Canova”, dell’istituto “Duca degli Abruzzi” e delle elementari “Prati” in via dei Mille. Non contenti, per impedire ai loro compagni “krumiri” di partecipare alle lezioni nel giorno di sciopero studentesco, hanno cosparso i cancelli e i portoni di silicone e di mastice da cantiere edile a presa forte.

A intercettarli sulle mura e a chiamare le Volanti della Questura, poco lontano dal liceo Canova, è stata una guardia giurata in servizio, alle luci dell’alba di venerdì (erano le 4 di mattina). Alla vista dei poliziotti, i ragazzini hanno cercato di liberarsi delle bombolette di vernice colorata e matrici, ma gli agenti sono stati più lesti di loro.

Addosso, i due adolescenti avevano anche alcuni volantini con slogan antifascisti e studenteschi, minitorce, bombolette spray e pennarelli. Per difendersi dal sistema di videosorveglianza scolastico e cittadino, in piena notte si erano calati sulla testa dei berretti col frontino. E non si erano accontentati di dipingere muri e incollare di mastice le serrature dei cancelli: i piccoli ma attrezzatissimi vandali avevano trovato più che invitante la carrozzeria bianca di un furgone parcheggiato accanto ad una scuola, e l’avevano coperto di vernice e slogan.

Quando sono stati pizzicati e fermati dalla polizia, hanno fatto i gradassi, spiegando di aver perso il treno e di aver compiuto “una azione fortemente dimostrativa per esprimere la protesta di noi studenti”. Più che azione dimostrativa, tecnicamente il loro sarebbe quasi un disegno criminoso, se non fossero minorenni. E non hanno agito da soli, ma in un certo senso sarebbero stati quasi i capibanda: nei loro cellulari sono stati trovati sms agli amici per “distribuire” all’interno del loro gruppetto le scuole da imbrattare. Nei messaggini si legge anche di veri e propri “pali”, cioè coetanei con il compito di dare il via libera ai vandalismi dopo il passaggio dei vigilantes o delle auto della polizia.

I due identificati, i capibanda, sono due giovanissimi di ottima famiglia. Una famiglia che, però, li aveva autorizzati a prendere il treno per Roma in piena notte e da soli. Genitori che, quando gli agenti del dottor Claudio Di Paola hanno riconsegnato i figli, non hanno fatto una piega, quasi giustificando le “gesta” dei due adolescenti. Inevitabile la denuncia nei confronti degli studentelli per danneggiamento aggravato e continuato plurimo in concorso. Ora dovranno rimediare a ciò che hanno combinato, e nella maniera più educativa, ripulendo gli edifici imbrattati, alcuni anche di valore storico e di proprietà di Comune e Provincia. Questa la sanzione comminata ai più comuni writers, che ogni giorno dipingono con graffiti incomprensibili sottopassi e pareti cittadine.

Serena Masetto

Adolescenti figli della Treviso-bene, …ultima modifica: 2007-10-15T12:10:00+02:00da sagittario290

Un pensiero su “Adolescenti figli della Treviso-bene, …

  1. un grazie all’autrice di quest’articolo. E’ grazie a lei che ci si sente liberi, di usare il cervello e i colori, che ci si sente autonomi, indipendenti, e’ per il contrasto con la sua ottusita’ benpensante che nasce la magnifica esigenza di evadere da grigi e angusti cubicoli mentali. ave
    ps, bello il sito, anche se si potrebbe rendere ancora piu’ kitsch con uno sforzo.. pero’ attenti che si diventa ciechi

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