Una vicina di letto conferma le accuse contro l’infermiere

ROMA

martedì 14 agosto 2007

Una vicina di letto conferma le accuse contro l’infermiere

o@%@di ANTONIO SBRAGA A FINIRE immobilizzato nel reparto, stavolta, è toccato proprio a lui. Ma, a differenza delle sue presunte vittime, a far presa sulla sua pelle sono arrivate le manette, non altre mani troppo lunghe come le sue. Che l’infermiere 58enne Sante Vittonzi, secondo l’accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Tivoli, avrebbe allungato per anni ai danni delle degenti immobilizzate nell’ospedale tiburtino. Dove però nella notte fra domenica e lunedì è stato arrestato per violenza sessuale dagli uomini del commissariato di Tivoli diretto dal vicequestore Mauro Fabozzi. Il paramedico era in servizio nel reparto di Chirurgia quando gli agenti coordinati dal vice-commissario Cataldo Ceccarelli gli hanno intimato l’ordine di custodia cautelare chiesto dal sostituto procuratore Marco Mansi e firmato dal giudice per le indagini preliminari Francesca Giordano. Dalla quale Vittonzi, subito associato agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Tivoli, verrà ascoltato venerdì 17 per l’interrogatorio di garanzia. L’irruzione della polizia non ha però turbato più di tanto i «lavori in corsia» del San Giovanni Evangelista di Tivoli, anche perché la notizia della denuncia dell’infermiere, allora ancora a piede libero, aveva già fatto clamore a metà del giugno scorso. Quando una ragazza di 30 anni, ricoverata per le diverse fratture riportate in un incidente stradale, fece chiamare la polizia per denunciare le toccatine furtive e il palpeggio molesto che il paramedico le avrebbe inferto nella notte, approfittando della sua condizione di immobilizzata. La giovane, che doveva sottoporsi a un intervento chirurgico per la riduzione di una delle fratture al bacino, aveva anche un braccio ingessato, ed era quindi impossibilitata a respingere l’assalto che si sarebbe fatto via via sempre più pesante (con gli affondi più intimi portati avanti tra i sussurri di un nome ripetuto all’infinito, corrispondente a quello della moglie di Vittonzi, che tra poco diventerà anche nonno). E la conferma di questa escalation pare sia arrivata anche dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti nell’immediatezza dei fatti denunciati. I riscontri più pesanti agli indizi di colpevolezza arriverebbero dai racconti di una degente anziana vicina di letto della ragazza, che avrebbe confermato la versione della vittima, ma anche dalla ricostruzione fornita da una delle guardie giurate in servizio nel nosocomio tiburtino quella notte. Il vigilantes, richiamato dalle urla della giovane, era stato il primo a intervenire nella camera del reparto di Ortopedia e avrebbe fornito elementi utili agli inquirenti. Che, dopo aver ascoltato i colleghi del paramedico, sono andati a scavare nell’archivio dell’ufficio personale dell’ospedale tiburtino. Rintracciando una lettera di contestazione risalente al 1991 che, secondo la procura, dimostrerebbe come Vittonzi non sia affatto nuovo a certi tipi di accuse. Il rapporto, infatti, firmato dall’allora caposala, l’avrebbe accusato di tentate violenze ai danni addirittura di una settantenne. E il caso, senza alcun strascico giudiziario, pare sia stato poi risolto dal primario con il semplice trasferimento dell’infermiere a un altro reparto 17 anni fa. Provvedimento adottato anche nel giugno scorso, con la disposizione del passaggio di Vittonzi dal reparto «misto» di Ortopedia (una situazione promiscua da anni lamentata dall’utenza del nosocomio tiburtino) a quello di Chirurgia uomini. Un modus operandi che gli inquirenti giudicano però troppo «paternalistico» da parte dell’azienda di sanità pubblica, inadeguato per il tipo di situazioni denunciate e raccolte ora a posteriori, come un caso più recente che avrebbe visto alcuni anni fa lo stesso infermiere finire vittima di un pestaggio ad opera dei fratelli di un’altra ragazza molestata. Di questo presunto caso di giustizia sommaria non v’è traccia negli archivi, ma nemmeno nei ricordi dei colleghi. «Non mi risulta alcun pestaggio, lo ricorderei. A me Santino è sempre sembrato in regola – dice ora un ex compagno di corsia – anche se gli ho sempre raccomandato di evitare quell’atteggiamento troppo affettuoso, che però riserva nei confronti sia delle donne che degli uomini, talmente spontaneo che magari si può prestare a fraintendimenti». Dalla direzione dell’Asl Rm G assicurano che «l’Azienda, non appena avvenuto il fatto, si è prontamente attivata ponendo in essere tutte le idonee misure previste dalla contrattazione collettiva e dalla normativa vigente e si riserva di fornire ulteriori informazioni del caso sui procedimenti adottati».

Una vicina di letto conferma le accuse contro l’infermiereultima modifica: 2007-08-15T12:20:00+02:00da sagittario290