Guardie armate in via Cairoli

PADOVA 

(27 luglio 2007)

IL CASO. L’iniziativa delle associazioni Sos Padova e Comres per contrastare le aggressioni degli spacciatori ai residenti

Guardie armate in via Cairoli

Elvira Scigliano

Guardie armate per battere tappeto le nuove vie cittadine della delinquenza: via Cairoli e via Bixio, vicino alla Stazione. Guardie armate tutte le notti dalle 21 fino all’alba: quattro agenti, rigorosamente a piedi e possibilmente con i cani. L’iniziativa che dovrebbe partire nei prossimi giorni, almeno in una fase sperimentale, è stata presentata da Maurizio Meridi, presidente di SosPadova e da Massimiliano Pellizzari, presidente della Comres (commercianti centro storico) insieme agli stessi residenti delle vie. Promotori e finanziatori, soldi privati per polizia privata. E’ un’operazione molto costosa, e le associazioni hanno già raccolto un bel gruzzolo per avviare il progetto di controllo privato della città, ma cercano altri sostenitori.

La decisione è stata presa dopo l’ennesima aggressione notturna di un residente, Marco Trevisan. Alle 22 dell’altra sera Marco Trevisan è sceso nel suo garage per riaccompagnare un amico ma c’era qualcuno ad attenderlo. Un nero in bicicletta l’ha puntato pedalando a tutta velocità per scansarlo solo all’ultimo istante. Un atto intimidatorio esplicitato subito dopo: «Attento o ti ammazziamo» e dito al collo come un coltello, a scanso di equivoci. Racconta Trevisan: «Non era un balordo che bazzica qua intorno, era lucido, il rischio è stato oggettivo. Sanno chi sono, mi controllano e possono aggredirmi, ecco il messaggio. Mi dispiace vedere che la polizia sottovaluta questi episodi. La pattuglia è arrivata subito, ma per andarsene altrettanto velocemente». Spiega Maurizio Meridi: «La mancanza di organico delle forze dell’ordine e la miopia dei dirigenti mettono in pericolo i cittadini onesti».

Per questo Sos Padova oggi firmerà un accordo con una grossa agenzia di vigilanza. Continua Meridi: «Ci è arrivata la solidarietà degli agenti della polizia, alcuni mi hanno garantito che passeranno di qui anche senza riceverne l’ordine». Sono chiare le richieste degli abitanti, dice Meridi: «abbiamo pensato a guardie private perché la situazione è grave ma non vogliamo la giustizia fai da te, chiediamo un presidio fisso della polizia. Zanonato deve decidersi a difenderci. Già riaprire il Commissariato dell’Arcella sarebbe una buona idea». I residenti si sentono abbandonati dalle Istituzioni, come spiega Trevisan: «Grazie agli articoli del mattino qualcosa sta cambiando, lo spaccio è meno spavaldo. Però noi abitanti che ci siamo esposti adesso rischiamo ritorsioni pericolose. Non sono i giornali la soluzione».

Alcune scelte imprenditoriali coraggiose sono la speranza degli ultimi italiani di via Cairoli. Intanto l’acquisto da parte dell’Hotel Grand’Italia dei magazzini prima occupati dal supermarket nigeriano Ebony (ora trasferito pochi metri più avanti). Inoltre l’acquisto da parte di Banca Etica di due palazzine di proprietà dell’Arpav.

Guardie armate in via Cairoliultima modifica: 2007-07-28T11:40:00+02:00da sagittario290