LIBERTA’ di mercoledì 20 giugno 2007 > Provincia
SAN NICOLÒ
Raid a colpi di mazza, ladri messi in fuga dal suono del dispositivo d’allarme
Vetrina sfondata, razzia di telefonini
E’ l’ottava spaccata in dieci anni ai danni dello stesso negozio
SAN NICOLÒ – Otto “spaccate” in dieci anni. Tante sono le incursioni subite dal negozio di telefonia mobile Cellular Project di San Nicolò. L’ultima alle due e trenta di ieri mattina. I ladri hanno mandato in frantumi a colpi di mazza la vetrina che si affaccia sulla via Emilia Est. Ma il colpo stavolta è riuscito solo a metà: disturbati dal suono del dispositivo di allarme, e temendo l’arrivo delle forze dell’ordine, i ladri sono riusciti ad arraffare solo poche decine di telefoni cellulari, alcuni dei quali nuovi e diversi altri usati, prelevandoli direttamente dagli scaffali della vetrina. Quando la guardia giurata dell’Ivri è arrivata sul posto, ha trovato i vetri infranti. Sul posto hanno effettuato un sopralluogo anche i carabinieri. Il titolare del negozio, subito venuto ad accertarsi dell’accaduto, ha constatato che alcuni dei telefonini esposti mancavano all’appello. Un furto compiuto “in volata”, approfittando del pochissimo tempo a disposizione dopo l’entrata in funzione del dispositivo di sicurezza.
Non c’è pace per il negozio di cellulari sulla via Emilia: per depredarlo vennero lanciate più volte in passato auto-ariete contro la vetrina. Al punto che, per difendersi, i proprietari avevano collocato fioriere davanti all’ingresso, inferriate alle finestre e un sistema d’allarme all’interno. Nel ’98 i ladri riuscirono a far saltare la serratura della porta d’ingresso segando il cilindretto interno e fecero man bassa di telefonini, accessori e Tim card. Ma l’episodio più drammatico risale a due anni dopo, quando i malviventi in fuga scagliarono un piccone contro un metronotte che li aveva sorpresi sul fatto. La guardia giurata sparò alcuni colpi in aria con la pistola d’ordinanza e i malviventi fuggirono con un bottino del valore di alcune decine di migliaia di euro. Una mazza – in questo caso della ragguardevole lunghezza di un metro e mezzo – fu impiegata per sfasciare la porta anche nel colpo messo a segno nel marzo 2001. Tre anni dopo invece i malviventi sollevarono la griglia in ghisa di un tombino e la scagliarono contro la vetrata. Allo stesso “metodo” i ladri ricorsero anche nel dicembre scorso.