Sceriffi ai Murazzi

CRONACA

3/5/2007 (7:46) – LA NOTTE IN RIVA AL PO

Sceriffi ai Murazzi

I gestori assoldano 20 vigilantes per battere la violenza. Il Comune: non sostituiscono la polizia

EMANUELA MINUCCI

TORINO

I Murazzi come uno stadio all’inglese. Un luogo per famiglie, dove i titoli di cronaca si fermano all’inaugurazione di un nuovo locale. Mai più giovani marocchini finiti annegati nel Po, mai più scippi, nè spaccio, nè risse. Solo la capitale della movida by-night: sicura come la Svizzera. E’ il sogno dell’Associazione Sviluppo Murazzi che, stanca di vedersi scippare i clienti non solo del portafoglio, ma anche della fiducia (riposta sempre più spesso nel Quadrilatero), assolda una ventina di steward: evoluzione darwiniana del vecchio, nerboruto buttafuori. Dotati di pettorina rossa con su scritto Murazzi, 180 centimetri di altezza, ma soprattutto un buon italiano e un discreto inglese. Scenderanno in campo, per la prima volta così copiosi e in modo sistematico, domani sera, giornata inaugurale dei Muri.

Ma che fanno, si dirà, questi benedetti commercianti, provocano? Sfiduciano d’un colpo Comune, vigili, polizia e carabinieri? «Niente di tutto questo – risponde Fabio Fogato, responsabile dell’agenzia Fox che li ha selezionati e, al prezzo di 4 mila euro, li manda in azione – e ve lo posso dire con cognizione di causa, perchè io sarò uno di loro». Quindi non sarete lì per sostituirvi ad una polizia che non riesce a vincere la delinquenza? «No, saremo lì per prevenire. Non picchiamo, non spariamo, anche perchè siamo disarmati, ma facciamo un altro mestiere: annulliamo i casini sul nascere». E il paragone che piace di più a Fabio è proprio quello dello stewart. Nel weekend saranno circa una ventina (tutti dai 25 ai 40 anni) e presteranno servizio dalle 20,30 alle 4. Alcuni saranno presenti agli ingressi, altri pattuglieranno l’area «ma soltanto per infondere sicurezza al pubblico».

Che ne pensa il Comune di questi sceriffo fai da te? Il vicesindaco Tom Dealessandri non ha dubbi: «Se questi signori non si sostituiscono alle forze dell’ordine nulla da ridire. Possiamo considerare i Murazzi come un’azienda, e sono tante le aziende che si appoggiano alla vigilanza privata. Guardi per esempio l’aeroporto…». Sì, ma se lo fanno significa che c’è un senso profondo di insicurezza che si cerca di colmare auto-tassandosi, o no? «Noi, in ogni caso, e penso nemmeno la polizia – risponde ancora il vicesindaco – potremmo permetterci il lusso di un vigile fisso davanti ad ogni locale». Tutto tranquillo dunque? Questura e Comune accolgono con fair-play l’arrivo di queste figure? «Magari non gradiranno – spiega il coordinatore dell’associazione Sviluppo Murazzi, e co-titolare del Jammin’, ma non potevamo continuare a non fare nulla. E poi sa cosa c’è? Sappiamo che l’arrivo di questi uomini in pettorina attirerà anche un maggior numero di forze dell’ordine, se non altro perchè non vogliono dare l’idea di sentirsi, come dire, commissariati dal security-fai-da-te del cittadino comune».

Comunque un signore (e che signore) dei Murazzi che non ha aderito a questa iniziativa c’è. E’ il mitico Giancarlo, che ribatte: «Io faccio parte dell’Arci, non mi pareva una cosa saggia e coerente servirmi di un servizio del genere. Il mio è un locale di un vecchio libertario, non me ne vogliano gli altri…».

E anche se fra questi altri in realtà serpeggia il gossip che Giancarlo non abbia aderito «solo perchè è di braccino un po’ corto», per il momento l’importante è che la maggioranza sia d’accordo. Le pettorine sono un po’ in ritardo, ma gli stewart che per lo più hanno un passato nelle forze dell’ordine, hanno ben chiaro il loro ruolo. «Prevenire il reato e avere il cellulare pronto come fosse una pistola: per chiamare, all’occorrenza, le forze dell’ordine. Ma quelle vere».

Sceriffi ai Murazziultima modifica: 2007-05-04T12:40:00+02:00da sagittario290