Riforma del Tfr, c’è ancora un mese di tempo per decidere

 

domenica 27 maggio 2007

Pagina 15 – Economia & Lavoro

Riforma del Tfr, c’è ancora
un mese di tempo per decidere

Entro il 30 giugno i lavoratori dovranno scegliere se lasciarlo in azienda o conferirlo ai fondi di categoria

Milano

La riforma del Tfr è al rush finale: entro il 30 giugno i dipendenti privati dovranno scegliere se lasciare la liquidazione ancora da maturare in azienda o conferirla alla previdenza complementare. Secondo gli ultimi dati, 3 lavoratori su 4 devono ancora decidere. Ecco un breve vademecum.

LE OPZIONI: Il lavoratore può decidere in maniera esplicita di lasciare il Tfr in azienda o di trasferirlo a una forma pensionistica complementare. Se non comunica alcuna scelta, scatta il principio del silenzio-assenso e il Tfr maturando viene trasferito al fondo della propria categoria lavorativa (fondo negoziale). Le scelte esplicite si comunicano compilando un apposito modulo che il datore di lavoro deve consegnare ai dipendenti. Le aziende con oltre 50 dipendenti verseranno il Tfr di chi non si avvale della previdenza complementare presso un apposito fondo Inps. Per il lavoratore non cambia nulla.

SCADENZE: Entro il 31 maggio le aziende comunicano ai lavoratori il fondo cui sarà destinato il Tfr in caso di mancanza di una decisione esplicita. La scadenza per i lavoratori è il 30 giugno: entro quella data dovranno decidere se lasciare il Tfr in azienda o conferirlo alla previdenza complementare.

COME FUNZIONA: Per chi lascia il Tfr in azienda non cambia nulla rispetto ad ora: al momento dell’abbandono del lavoro riceverà l’intera liquidazione e ogni mese la pensione pubblica. Chi sceglie la previdenza complementare potrà ritirare il 50% della propria liquidazione. Il restante 50% sarà dilazionato in aggiunta alla pensione pubblica sotto forma di assegni mensili che potranno essere reversibili. Il diritto alla rendita matura al momento del pensionamento con almeno 5 anni di contributi versati. E’ possibile chiedere un anticipo sulla liquidazione per gli stessi motivi accettati dalla previdenza pubblica. In caso di morte prima del pensionamento, la posizione maturata da un lavoratore che si avvale della previdenza complementare è riscattata dagli eredi.

VERSAMENTI: Il datore di lavoro versa una aliquota mensile per il Tfr di ciascun lavoratore, qualunque scelta compia. Chi conferisce il Tfr alla previdenza complementare della propria categoria lavorativa (fondi chiusi o negoziali) e versa anche il proprio contributo ha diritto a un ulteriore versamento dell’azienda stabilito dal contratto di lavoro collettivo.

GARANZIE E RENDIMENTI: I fondi di previdenza complementare devono garantire la sicurezza del capitale versato. Non si ha invece certezza dei rendimenti futuri. La statistica segnala un maggior rendimento delle forme previdenziali rispetto alla previdenza pubblica.

Riforma del Tfr, c’è ancora un mese di tempo per decidereultima modifica: 2007-05-28T16:20:00+02:00da sagittario290