Non cancella le foto porno dal cellulare


VENEZIA-MESTRE

Venerdì, 11 Maggio 2007

PEDOFILIA Aveva venduto il telefono
Non cancella le foto porno dal cellulare
Da lì parte l’inchiesta della polizia

Toglie la vecchia scheda e vende il cellulare, solo che dimentica di cancellare alcune foto e filmati pedopornografici che ha registrato sul telefonino. Una leggerezza, compiuta da un artigiano 35enne di Montebelluna (Treviso), da cui è partita l’operazione “Melograno”, indagine svolta dalla Polizia postale di Venezia: 21 indagati, 3 arresti, con perquisizioni in dieci regioni d’Italia e migliaia di files sequestrati, scambiati attraverso i cellulari.

Tutto parte dalla “svista” del trevigiano: quando infatti il nuovo proprietario del cellulare si accorge di quelle immagini scioccanti allerta subito la polizia. È così che il trevigiano viene indagato per detenzione di materiale pedopornografico realizzato con minori. Da lì parte una serie di controlli che dà vita a una vasta indagine, partita a gennaio e conclusa ieri, coordinata dal Procuratore Capo di Treviso, Antonio Fojadelli, e guidata dai dirigenti Giuseppe Rotundo e Sabrina Castelluzzo della Polizia delle Telecomunicazioni del Veneto.

Il giro è perverso: c’è chi produce, chi vende e chi compra il materiale che ritrae bambini costretti ad atti sessuali. Gli acquirenti sono giovani, di bassa estrazione sociale, soprattutto operai, a cui vengono venduti filmati e foto a prezzi straacciati, dai 3 agli 8 euro. Tra loro, quattro veneti: oltre all’artigiano di Montebelluna, un operaio di Thiene (Vicenza) di 24 anni e due operai veronesi, di cui uno di 42 anni originario della provincia di Ancona. Nelle loro case, trovate decine di file compromettenti, sequestrati. Tre sarebbero invece le menti del perverso giro, due milanesi e un lucchese, già arrestati a gennaio, e su cui ora pendono altre misure di custodia cautelare per aver commercializzato oltre che procacciato il materiale. Tra questi una guardia giurata milanese, sposato, di 45 anni, che, come accertato dagli investigatori, compiva atti sessuali sulla nipotina di 20 mesi, riprendendo tutto con la fotocamera digitale.

Il giro d’affari arriva a far guadagnare a coloro che commerciano il materiale fino a 900 euro al mese, ottenuti facendosi ricaricare il telefonino dagli acquirenti. In vendita non solo foto e video, fatti girare attraverso i telefonini tramite mms, ma anche telefonate “hard” in cui i clienti vengono adescati facendo loro immaginare atti sessuali con minori. Un universo fatto di oscenità e perversione che lascia senza fiato. Colpisce la giovane età dei pedofili coinvolti, ma anche per la pericolosità della tecnologia utilizzata, quella dei telefonini Umts. Fojadelli denuncia l’utilizzo di minori per scopi sessuali e produzione di materiale ceduto poi a diverse persone: «Il fenomeno è in aumento, famiglia scuola e società devono impegnarsi per combatterlo, nessuno è escluso. La nuova legge, apporvata all’indomani di farti gravi, inasprisce le repressioni: ci sono delle esagerazioni, ma fornisce comunque degli strumenti di contrastpo importanti».

Lara Loreti

Non cancella le foto porno dal cellulareultima modifica: 2007-05-12T01:20:00+02:00da sagittario290