L’assalto ai supermarket

CRONACA

12/5/2007 (8:53) – LA RABBIA DEI COMMERCIANTI
L’assalto ai supermarket

Rapine continue: “siamo bancomat dei tossici”, e molti scelgono guardie private

MASSIMO NUMA

TORINO

Effetto Tossic Park. Quando le mandrie dei tossici sono state cacciate via dal centro e dai quartieri dei ricchi (guarda caso, quelli che hanno gli indici di criminalità pari a 0 o poco più) per stabilirsi nel Parco Stura, Barriera Milano, le rapine ai piccoli market, alle farmacie, ai passanti avevano fatto sballare le statistiche. Picchi vertiginosi, indici della criminalità predatoria verso livelli record. Erano diventati i bancomat dei drogati a caccia di soldi per le dosi, questi negozi.

In parte, questa spiacevole funzione la stanno assolvendo anche oggi. Ma con meno intensità. Nel frattempo, i commercianti hanno alzato le barricate: porte con chisure automatiche, videocamere esterne ed interne; banconi protetti da cristalli blindati; guardie giurate nei mini-market e «buttafuori» davanti alle farmacie. Poi la gente di corso Giulio Cesare ha detto basta, è scesa in strada e Tossic Park è ritornato il Parco Stura. Tossici e pusher si sono di nuovo dispersi. Così, in questo quartiere diventato multietnico, si respira un filo di più. Mica tanto, però. Paolo Giani, della farmacia Policlinico di corso Sempione, una delle rare che osano tenere aperto di sera, ha messo un «buttafuori» davanti alla porta. «E’ un tipo grande e grosso che incute un certo sacrosanto timore. Meglio delle guardie private con la pistola e la divisa. Beh, nel 2006 le rapine sono state una decina. Colpa di “Tossic Park”, d’accordo, ma è tutta Barriera Milano che è peggiorata. Basta fare un giro nei dintorni. E’ così evidente».

I piccoli market fanno tenerezza. Dispersi nelle vie più a rischio, con le cassiere che danno le spalle all’ingresso; alcuni senza linee dirette con le centrali operative, senza videocamere, con poco personale. Per i rapinatori, una manna. «Ho paura, tutti i giorni che vengo a lavorare – spiega il direttore di una delle strutture più belle e protette – perché la giornata è lunga e non si sa mai che può accadere. Siamo esposti, in prima persona. Conoscono le nostre facce, le nostre abitudini». Anche gli assicuratori. Sempre meno inclini a «coprire» i discount. A una piccola catena presa di mira decine di volte, hanno imposto una franchigia di 1500 euro. Morale: siccome il bottino raramente supera i 600-1000 euro, molti «assalti» non vengono neanche più denunciati.

«Anche da noi può accadere – racconta la dottoressa Marcella Robino della farmacia omonima, via Palestrina – rapine da nulla, pericolose e continue. Nel 2006, tante, troppe. Nel 2007 ancora niente. Ma io lo voglio dire: ho paura, anche adesso. Le forze dell’ordine? Molto collaborative, ma ci vuol altro. Rapine a parte, qui la vita è sempre difficile. Clienti nervosi, aggressivi. Venite a passare con noi una giornata interna. E vedrete». Il vicequestore Michelangelo Gobbi, che coordina le volanti del 113, risponde con i numeri: «Meno reati, negli ultimi mesi e più arresti, specie di rapinatori. Barriera Milano è una delle aree su cui lavoriamo di più». Andrea Schillaci è il giovane direttore di un market preso di mira più volte nel 2006. Siamo in via Courmayeur. «Conosciamo bene i pericoli di ogni giorno. L’azienda ha installato nuove misure di sicurezza. Sono qui da poco, incrocio le dita».

L’assalto ai supermarketultima modifica: 2007-05-13T00:10:00+02:00da sagittario290