Tfr, si sceglie. Qualche istruzione per l’uso

LA PROPOSTA

Tfr, si sceglie. Qualche istruzione per l'uso

Massimo Caliandro

Bari 24 Aprile 2007

Tfr, entro il 30 giugno si sceglie. Istruzioni per l'uso. Voglio fare un po' di "comunicazione" con qualche tecnicismo; ma anche con pluralità di giudizi su una materia sensibile. Che riguarda la destinazione di risorse economiche dei lavoratori dipendenti che sono chiamati a fare delle scelte. Entro il prossimo 30 giugno. In particolare i giovani lavoratori, per un loro più consistente futuro pensionistico.

La previdenza complementare per i lavoratori dipendenti si propone di integrare l'altra previdenza che, ordinariamente, con le ritenute contributive in busta paga e le relative rivalutazioni (1,5 più 75% dell'indice Istat di aumento dei prezzi al consumo), accompagna il percorso lavorativo di ciascuno. Fino alla maturazione del diritto di pensionamento.

L'obbligo, oggi, di conferire quote del Tfr non si applica ai dipendenti con rapporto inferiore a tre mesi, agli impiegati pubblici, a quadri e dirigenti del settore agricolo, ai lavoratori a domicilio; ed ai lavoratori per i quali i contratti collettivi ne prevedono la corresponsione periodica, oppure l'accantonamento presso soggetti terzi.

Con la riforma (Decreto legislativo, n. 252/2005), non viene sottratto ai lavoratori il Tfr già maturato fino al 31 dicembre scorso che, perciò, continua ad essere accantonato e gestito dalle rispettive aziende. Essa stabilisce, invece, che il Tfr maturato dall'1 gennaio 2007 in poi, può ancora essere lasciato in azienda, oppure destinato a forme di previdenza complementare.

Sono passati circa quattro mesi dall'inizio del 2007. E questa decisione dovrà essere assunta da tutti i lavoratori dipendenti entro fine giugno prossimo (entro sei mesi da chi viene assunto nel 2007). Può esserlo in maniera esplicita, tramite la compilazione dell'apposito modello predisposto dal ministero del Lavoro (Tfr 1); può esserlo anche tacitamente (silenzio-assenso).

La decisione di aderire ad una forma di previdenza complementare è irreversibile e, comunque, è possibile effettuarne la scelta attraverso varie formule, come si vedrà. Con l'adesione a fondi collettivi promossi dai contratti di lavoro nazionali – oppure aziendali – cui fa riferimento il proprio settore produttivo, il datore di lavoro verserà un suo contributo aggiuntivo a quello minimo che è a carico del lavoratore.

Il Tfr maturando dall'1 gennaio 2007, per i lavoratori di aziende fino a 50 dipendenti, continuerà a rimanere in azienda; quelle, invece, con più di 50 dipendenti – e sempre in caso di silenzio-assenso – verseranno il Tfr presso un fondo costituito presso la Tesoreria di Stato e gestito dall'Inps.

Quest'ultimo, non è un vero e proprio fondo pensione; a differenza, viceversa, del Fondinps, costituito per consentire ai lavoratori per i quali non sono oggi previste forme pensionistiche complementari, il conferimento tacito del proprio Tfr. Sono quelli della sanità privata, della concia e gli interinali con contratto a termine superiore a sei mesi
Il "computo" dei dipendenti, per stabilire se un'azienda ne ha fino a 50 o più, si ottiene conteggiando tutti quelli che hanno un contratto subordinato, a prescindere dalla tipologia e dall'orario. Comunque, si assume la media annuale 2006 o dell'anno solare per le aziende che avviano la loro attività nel 2007.

E' importante ribadire che, per quanto riguarda le forme pensionistiche complementari, i cosiddetti "fondi chiusi", collettivi e negoziali, vengono gestiti da associazioni o fondazioni istituite nell'ambito della contrattazione collettiva dalle organizzazioni sindacali oppure datoriali. I cosiddetti "fondi aperti" sono promossi da soggetti autorizzati all'intermediazione mobiliare e affidati al mercato finanziario. Infine è anche possibile sottoscrivere una polizza assicurativa individuale sulla vita con finalità previdenziale.

Appare del tutto evidente che il lavoratore interessato a destinare a un "fondo chiuso" il proprio Tfr, voglia anche sapere quali garanzie gli vengono fornite. Intanto, gli organi amministrativi del fondo vengono composti in maniera paritetica, cioè tra rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro. Detti organi non effettuano direttamente gli investimenti ma gestiscono le risorse raccolte mediante convenzioni con banche, compagnie assicurative o società di gestione del risparmio.

Risparmio che non potrà mai essere distolto dal fine cui è destinato. Né essere oggetto di esecuzione forzata da parte di eventuali creditori del fondo. E nell'ambito del sistema di garanzie disposte dalla legge a favore dei destinatari della previdenza complementare, un ruolo rilevante è attribuito alla banca depositaria. Essa è distinta dal gestore, esegue operazioni di compravendita dei titoli, custodisce il patrimonio del fondo. Effettua controlli sull'attività dei gestori finanziari.

Anche per tutto questo intreccio di controlli, un "fondo chiuso" non potrà mai fallire; oltretutto l'adesione agli stessi, in rapporto a patrimonio gestito costa ( lo 0,47%) meno rispetto a quella ai "fondi aperti" (1,9%) e agli stessi "piani individuali pensionistici assicurativi (5,1%)". Infatti la rete promozionale dei fondi chiusi, costituita – come già ricordato – dai sindacati e dai datori di lavoro, non percepisce alcun compenso per detta attività, a differenza della remunerazione della rete di vendita e del collocamento degli altri fondi.

I contributi versati alle forme pensionistiche complementari sono deducibili dall'imponibile per non più di 5.164,67 euro/anno; comunque la nuova disciplina fiscale della previdenza complementare è più vantaggiosa (ritenuta d'imposta del 15%) rispetto a quella applicabile (minimo il 23%) sul Tfr che rimane in azienda. I datori di lavoro beneficeranno di un esonero dal versamento dei contributi assistenziali, dall'1 gennaio 2008, mentre dall' 1 gennaio 2007 non verseranno i contributi al fondo di garanzia (L.n. 297/82) nella stessa percentuale di Tfr maturando "trasferito".

A tutt'oggi, secondo fonti sindacali, i dati che "girano" circa l'adesione già formalizzata ai fondi complementari (35/40%?) non sarebbero molto attendibili. Percentuali importanti, tuttavia, riguarderebbero i lavoratori del settore industria e, in particolare, quello della chimica. Sarà la Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione (Co.vi.p.) a rendere ufficiali dette percentuali, a fronte di un ammontare complessivo di diciannove miliardi circa di euro (18.933.000), pari al 6,91% del monte retribuzioni lordo. A tanto ammonterà, infatti, il Tfr maturato nel 2007 dai dipendenti interessati alla previdenza complementare.
Attenzione, perciò: il prossimo 30 giugno non è poi così lontano!

Massimo Caliandro

Tfr, si sceglie. Qualche istruzione per l’usoultima modifica: 2007-04-25T11:43:06+02:00da sagittario290