Psicologia: Esperti, Piu’ Test Su Autocontrollo Per Chi Lavora Col Pubblico

ADN Kronos – Mer 28 Feb

Milano, 28 feb . (Adnkronos Salute) – Una maestra delle elementari che taglia la lingua a un bimbo vivace, e una guardia giurata che in una biblioteca pubblica punta la pistola alla tempia a un ragazzino disturbatore. I professionisti a contatto coi giovani sono troppo stressati, o i baby-italiani del Duemila sono sempre meno rispettosi dei grandi? "Né la cosiddetta sindrome del 'burn-out', una sorta di esaurimento nervoso che minaccia l'equilibrio mentale di insegnanti, medici, operatori socio-sanitari e poliziotti, né la crescente emergenza 'bullismo' nelle scuole possono certo giustificare casi di cronaca come quelli segnalati in questi giorni a Milano". Parola di esperti, infatti, "il problema principale sta nei meccanismi attraverso i quali, nel mondo del lavoro, viene selezionato il personale a contatto con i ragazzi". Secondo lo psichiatra Claudio Mencacci, responsabile del Dipartimento di Salute mentale all'ospedale Fatebenefratelli di Milano, "per queste figure urgono test specifici, oggi evidentemente insufficienti, sulle doti di autocontrollo, sull'adattabilità all'ambiente circostante e sulla capacità nel contenere l'ansia o l'aggressività dell'altro", spiega lo specialista all'ADNKRONOS SALUTE. Concorda Pasquale Di Pietro, presidente della Società italiana di pediatria (Sip): "Di fronte a episodi tanto sconcertanti – evidenzia – l'impressione è che non si dia abbastanza importanza al ruolo socio-educativo di queste persone". Insomma, "il mondo della scuola ci appare in crisi". Categorie professionali come quelle finite in prima pagina in queste ore, e "in particolare gli insegnanti – ricorda Mencacci – sono ad alto rischio di 'burn-out', come dimostrano numerosi studi condotti in passato". Tra questi anche un'indagine firmata dall'Associazione docenti italiana, secondo cui il 'burn-out', termine inglese che significa 'scoppiato', 'bruciato' o 'esaurito', affligge gli insegnanti con una frequenza doppia rispetto agli impiegati e due volte e mezzo maggiore rispetto al personale sanitario. A rischiare sono sia uomini che donne, per lo più di età compresa tra i 40 e i 50 anni, e il quadro patologico è complesso: disagio e frustrazione possono sfociare in disturbi d'ansia, dissociativi, dell'umore, di adattamento o della personalità, ma anche in malattie psicotiche fra cui la schizofrenia. e in demenze o stintomi clinici correlati. "Il problema esiste ed è noto – commenta lo psichiatra – ma ciò che non viene sufficientemente considerato è il bisogno di una valutazione psico-attitudinale nella selezione di queste persone". Attualmente, continua Mencacci, "al contrario di quanto accade per i componenti delle forze dell'ordine, questi professionisti non vengono infatti 'visionati' con la necessaria attenzione dal punto di vista dell'attitudine a controllare o meno gli impulsi. L'autorevolezza e la capacità di farsi rispettare o di imporre il proprio compito socio-educativo non la dà il ruolo – dice l'esperto – bensì la capacità di self-control, perché davanti a chi ti aggredisce o ti infastidisce la regola numero uno è rispondere alle grida a voce bassa". Soprattutto se a 'sfidare' l'autorità dell'adulto è un bambino. "I bimbi rappresentano l'interfaccia con il mondo dei grandi – osserva lo specialista – E in casi come questi non possiamo fare a meno di notare che esistono responsabilità mai applicate", e che la catena delle 'colpe' "è molto lunga: nella scuola, per esempio, va dal preside all'ultimo dei suoi collaboratori". Senza dimenticare il ruolo della famiglia, "dove per farsi ascoltare davvero dai ragazzi non basta essere presenti. Bisogna anche avere qualcosa di costruttivo da dire". Accanto al 'burn-out' degli adulti, c'è poi anche il cosiddetto 'bullismo' dei giovani. Un fenomeno fotografato dall'ultimo Rapporto annuale dell'Osservatorio adolescenti Sip. Dall'indagine emerge che nel 2006 oltre sette 12-14enni della penisola du 10 (77% dei maschi e 68% delle femmine) è stato spettatore di episodi di violenza di gruppo: +5% rispetto al 2005. E salta anche all'occhio la sostanziale sfiducia dei ragazzi nei confronti dei grandi: in caso di bisogno, infatti, il 53% dei teenager (+10%) si dice determinato a difendersi da solo, e uno su quattro (+3%) giudica 'fifone' o 'spia' chi si confida con genitori o insegnanti. "Ma l'effetto scatenante di episodi gravissimi come quelli rimbalzati sui giornali in questi giorni non sta nei ragazzi, bensì negli adulti – è convinto Di Pietro – La società sta cambiando a tutti i livelli, ma l'impressione è che invece di andare avanti si torni indietro", puntualizza il pediatra. "Per i bambini, specialmente se sono ancora piccoli, quindi pre-adolescenti – prosegue il numero uno della Sip – gli adulti rappresentano un punto di riferimento". Nel bene e nel male. E "fa pensare anche il dato secondo cui la figura degli insegnanti riscuote sempre meno fiducia presso i giovani. I comportamenti denunciati in queste ore sono fuori dal normale, e bisogna assolutamente capire come avviene il meccanismo di selezione delle professionalità coinvolte", ribadisce l'esperto. "Maestri e professori, come i medici, sono cruciali nella crescita del bimbo". (Opa/Adnkronos Salute)

Psicologia: Esperti, Piu’ Test Su Autocontrollo Per Chi Lavora Col Pubblicoultima modifica: 2007-03-01T11:35:03+01:00da sagittario290