LAZIOGATE/ GUP, ECCO LE FONTI DI PROVA A CARICO DEGLI IMPUTATI

02-03-2007

Dall'esposto del Comune alle indagini della Polizia postale

Roma, 2 mar. (Apcom) – Sono molteplici le fonti di prova a carico di Francesco Storace e di tutti gli altri che dovranno esser processati per l'incursione informatica nell'anagrafe del Comune di Roma per la verifica dei nominativi presenti nelle liste di sottoscrizione in favore di Alternativa sociale. Il gup Enrico Imprudente le enumera tutte nel decreto con il quale ha disposto il giudizio dell'ex presidente della Regione Lazio.

"In questa sede è sufficente ricordare – spiega il giudice – la denuncia del Comune del 17 marzo 2005, gli accertamenti svolti dal Garante per la protezione dei dati personali, le dichiarazioni inizialmente rese da Maceri, la documentazione consegnata da alcuni funzionari, la cancellazione presso Laziomatica di ogni traccia informatica degli accessi effettuati, il rapporto della Polizia postale in data 3 luglio e l'annotazione del 7 aprile 2006 con l'elenco degli accessi a partire dalle 0,10 del 10 marzo 2005, senza dimenticare le dichiarazioni di Dario Pettinelli e dello stesso Vincenzo Piso e le relazioni delle guardie giurate sulle presenze riscontrate presso gli uffici della presidenza della Regione la notte dei fatti".

Il 15 maggio comunque inizierà il processo che vedrà come parti offese il Comune di Roma, Laziomatica (oggi Lait) e Alternativa Sociale (ma non nei confronti di Storace).

Il senatore di An, ex governatore del Lazio, deve rispondere di accesso abusivo a un sistema informatico, in base all'articolo 615 ter del codice penale, per essere stato, secondo la richiesta del pm Francesco Ciardi, il promotore o l'istigatore di un'azione delittuosa eseguita da Accame, Nicola Santoro (figlio del magistrato della Corte d'appello che aveva escluso inzialmente As dalle elezioni) e a Mirko Maceri (ex direttore di Laziomatica).

Del reato di interferenza illecita nella vita privata, lo spionaggio abusivo vero e proprio insomma, dovranno rispondere, oltre ad Accame, i detective privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo (che patteggerà la pena a dieci mesi di reclusione il prossimo 15 marzo), questi ultimi due materialmente introdottisi il 28 febbraio del 2005 negli uffici romani di Azione Sociale, in viale Regina Margherita, che aderiva al cartello di Alternativa Sociale, per girare dei filmati e scattare delle foto.

Di favoreggiamento personale invece dovranno rispondere l'ex presidente della federazione di An, Vincenzo Piso, e un'altra collaboratrice dello staff di Storace, Tiziana Perreca: il primo avrebbe aiutato l'ex Governatore a eludere le indagini dei carabinieri per aver detto falsamente che la notte tra il 9 e il 10 marzo 2005, non aveva notato negli uffici della Regione Lazio la presenza di Storace. L'altra avrebbe detto di aver ricevuto da persone sconosciute alcuni sms minacciosi affinchè desistesse dal rendere una deposizione che potesse smentire la versione di Pettinelli.

LAZIOGATE/ GUP, ECCO LE FONTI DI PROVA A CARICO DEGLI IMPUTATIultima modifica: 2007-03-03T11:46:54+01:00da sagittario290