Furto in casa Vedova, caccia ai ladri

Indagini a tutto campo in laguna, ma dei preziosi fogli spariti nessuna traccia. Interrogati alcuni «specialisti» veneziani. Ricostruita la dinamica

Furto in casa Vedova, caccia ai ladri
Rubato faldone con 200 tra grafiche, disegni e schizzi. Sotto controllo i ricettatori

VENEZIA. Non c'è traccia dei duecento «pezzi» rubati nella casa-studio di Emilio Vedova. Gli investigatori stanno battendo le solite piste veneziane, convinti come sono che il regista del furto stia in laguna. Ma per il momento il faldone che conteneva schizzi, opere grafiche e disegni del maestro è volatilizzato. Del caso si stanno occupando sia i carabinieri che la polizia. Cercano di capire se il furto sia stato commesso solo per vendere le opere oppure se il fine sia diverso. Non è la prima volta infatti che in laguna vengono commessi furti del genere per poi gestire le opere d'arte come merce di scambio. Il pericolo maggiore è che la refurtiva venga portata all'estero. A quel punto diventerebbe molto difficile un suo recupero.
 
Il furto è stato commesso poco dopo le due nella notte tra domenica e lunedì. Alle 2.40 infatti scatta l'allarme antintrusione collegato con la sede di una società di sicurezza. Il vigilante inviato sul posto non si accorge di nulla e per lui è tutto a posto: non si era accorto che i ladri avevano praticato un foro nel tetto della stanza dove da mesi tre archivisti sono impegnati a catalogare le opere grafiche di Emilio Vedova.
 
Chi si è calato nella stanza deve essere molto magro e piccolo. Quando è scattato l'allarme, il malvivente ha preso il faldone che conteneva duecento pezzi che gli archivisti avevano appena inziato a catalogare. Quindi lo deve aver consegnato a un complice che si trovava all'esterno di una finestra protetta da un'inferriata comunque larga a sufficienza per far passare le opere. Infine la fuga avvenuta quasi sicuramente a bordo di un barchino. Per il momento l'inventario delle opere trafugate non è stato consegnato ai carabinieri del Nucleo tutela del Patrimonio. E' stato l'archivista che ha chiamato il 112 a spiegare ai militari che quel faldone conteneva 200 pezzi tra disegni, schizzi e opere grafiche.
 
Alcuni mesi fa l'allarme posto a sicurezza della casa-studio era scattato creando un problema all'ascensore dell'abitazione adiacente a quella dove Vedova lavorava. Si era messo a suonare senza motivo. Forse proprio per questo c'è stata un po' di leggerezza durante il controllo da parte del vigilante inviato in loco.
 
La Fondazione ha comunque intenzione di proteggere l'archivio con un sistema di videsorveglianza da collegare alle centrali delle forze dell'ordine: un sistema finalmente efficace per proteggere il patrimonio lasciato dall'artista morto a 87 anni cinque mesi fa.
 Ora le indagini. Difficili. Soprattutto perché il regista del furto ha individuato già da prima dove piazzare le opere in attesa di utilizzarle per venderle oppure per farle ritrovare come merce di scambio. Quest'ultimo è un sistema in uso tra gli appartenenti la vecchia guardia di ladri.
 
Da lunedì gli inquirenti hanno iniziato a sentire informalmente vecchi pregiudicati che bazzicano il mondo dei ladri e dei ricettatori d'arte. Un mondo che spesso si lascia sfuggire qualche parola di troppo. E' già successo in passato, ma anche di recente. Soprattutto perché la manovalanza che viene impiegata dai registi dei furti non è composta da pregiudicati incalliti. Spesso i «manovali» si lasciano a qualche confidenza sentita nell'ambiente. In questo momento storico i «manovali» sono soprattutto piccoli pregiudicati, molti con problemi di tossicodipendenza.
 
Trascorse le prime ore dal furto, gli inquirenti ora cominciano anche a sondare il mondo dei ricettatori. In genere quando non viene imboccata la pista giusta che porta ai ladri nelle prime 48 ore dal furto, si segue il possibile percorso fatto dalle opere d'arte a ritroso. Si cerca tra chi magari è stato contattato per piazzare le opere e si prosegue risalendo la catena. Ed è quello che in queste ore stanno facendo carabinieri e polizia. Anche perché la cosa principale da fare rimane sempre il recupero del prezioso bottino.

(22 marzo 2007)
Furto in casa Vedova, caccia ai ladriultima modifica: 2007-03-23T11:09:53+01:00da sagittario290