Esquilino: dopo la protesta, le proposte

Municipio I – Sabato scorso molti abitanti del Rione hanno manifestato contro abusivismo e illegalità. RomaOne ha intervistato il Presidente del Comitato di zona, Augusto Caratelli

Egilde Verì

Roma, 19 marzo 2007 – Sabato scorso sono scesi in piazza per dire a gran voce che non ne possono più. Di cosa? Dell'abusivismo commerciale, della microcriminalità, dei 'giri' illegali che mettono a serio rischio la sicurezza del quartiere. Parliamo dei cittadini dell'Esquilino, nel I Municipio, fra le zone più multietniche della città. Una protesta, la loro, che non ha nulla a che vedere con l'intolleranza o il razzismo, ma che punta a ottenere interventi concreti per risollevare le sorti di un territorio diventato, nel bene e nel male, un laboratorio in cui si sperimentano conflitti e opportunità.
Ma chi sono gli italiani che abitano il Rione? Con quali problemi convivono?
RomaOne.it lo ha chiesto a chi questa zona la conosce da una vita: Augusto Caratelli, Presidente, mente e cuore di 'Roma Caput Mundi', il comitato di quartiere.

Quando si parla dell'Esquilino, il pensiero va subito alle comunità straniere, ma qui abitano anche tanti italiani…
"Complessivamente nel quartiere vivono circa 20mila connazionali. La maggioranza risiede nel cosiddetto triangolo della cristianità, fra le tre chiese. In quest'area gli italiani sono circa 13mila: il 95 percento della popolazione. Da piazza Vittorio a salire si registra, invece, la presenza di 3-4mila stranieri, soprattutto cinesi e bengalesi. A tali cifre va, ovviamente, aggiunto tutto il sommerso".

Fra i problemi più sentiti da chi vive nel quartiere c'è l'illegalità di tanti esercizi commerciali.
"I negozi italiani sono sempre meno numerosi, mentre proliferano quelli gestiti da cinesi che smerciano scarpe, abbigliamento e simili. Oltre alla difficoltà di rifornirsi di beni primari c'è un problema di abusivismo: abbiamo fatto un'indagine e su 50 esercizi è venuto fuori che dodici sono censiti come C2 anziché C1, compaiono cioè come magazzini, mentre vendono prodotti alimentari. Non solo. Otto locali, addirittura, non sono registrati al catasto. E' uno scenario inquietante: se dovessimo estendere queste cifre, vorrebbe dire che sui 1.120 negozi esistenti, 500 sono illegali, il 40 percento. Ovviamente ciò vuol dire evasione fiscale e condizioni igieniche precarie".

Pochi servizi basilari e tanti negozi all'ingrosso…
"Il che crea, oltretutto, problemi di ordine pubblico e viabilità: nella zona transitano enormi camion che notte e giorno caricano e scaricano merci. Per di più, molti di questi esercizi non vendono al dettaglio ma funzionano solo come punti di smercio di prodotti contraffatti. Senegalesi e bengalesi si riforniscono qui e poi vendono le merci sulle bancarelle che troviamo in tutta Roma. Insomma, l'Esquilino è un centro d'irradiamento della criminalità. Per questo intervenire in questo territorio vuol dire intervenire in tutta la città",

Nella zona si sono anche moltiplicati gli istituti di 'private banking': banche 'fantasma' gestite da stranieri ad uso di stranieri, ubicate in condomini privati, con tanto di vigilantes …
"Si tratta di istituti che dovrebbero svolgere solo operazioni di tipo telematico, invece, muovono enormi quantità di denaro contante. Il che vuol dire un via vai di furgoni portavalori che caricano e scaricano milioni di euro… Una residente mi ha raccontato che, tempo fa, una guardia giurata gli ha puntato una pistola contro scambiandola per un rapinatore. Noi chiediamo la rimozione di questi sportelli dalle abitazioni private e un'indagine della Banca D'Italia per verificare se possiedono un'autorizzazione".

E dal punto di vista culturale… Le comunità tendono a ripiegarsi su se stesse o c'è un tentativo d'integrazione?
"La comunità bengalese è la più disponibile all'integrazione. Non si apre molto all'esterno, invece, quella cinese: l'unico contatto con loro è spesso solo di tipo commerciale.
Il Comune deve rendersi conto che all'Esquilino abitano anche tanti italiani. Noi non siamo contro gli stranieri, ma chiediamo un'integrazione che sia legale, bilaterale e sostenibile".

Esquilino: dopo la protesta, le proposteultima modifica: 2007-03-20T12:00:05+01:00da sagittario290