Svolta nel “giallo” del custode assassinato

Data pubblicazione: 14/02/2007

TROVATO MORTO NELLA GUARDIOLA IL 23 DICEMBRE
Svolta nel “giallo” del custode assassinato
Per il delitto di San Giuliano Milanese arrestato un collega della vittima. Il movente nei frequenti litigi sul lavoro

linda landman

San Giuliano Milanese – Svolta nel “giallo” del custode ucciso nell’hinterland milanese a due giorni da Natale. Ieri è stato fermato dai Carabinieri il presunto colpevole dell’omicidio di Lucio Tartaglia, trovato morto a San Giuliano Milanese sul posto di lavoro il 23 dicembre scorso. A finire in manette un collega della vittima, Bruno Currì di 53 anni. All’origine del delitto ci sarebbero dissapori in ambito lavorativo.
Tartaglia, 55 anni, dipendente della ditta “Wizard”, da qualche mese faceva il custode presso la “Cassol Srl” di via Ticino a Sesto Ulteriano, frazione della zona industriale di San Giuliano Milanese. Nella stessa azienda, ma solo per lavoretti occasionali, svolgeva mansioni simili anche il suo killer, una guardia giurata non armata, con compiti di custodia della ditta e di portineria. Sembra che i due, che lavoravano insieme da circa sei mesi, litigassero spesso per futili motivi: dagli orari dei turni ad una vera e propria antipatia reciproca che spesso scaturiva in frasi poco “civili”.
Secondo le prime ricostruzioni, sembra che la vittima rinfacciasse al collega di non svolgere al meglio le proprie mansioni e, per questo motivo, gli consigliava di lasciare spazio ai giovani. Uomini dal carattere difficile, ma Tartaglia era incensurato mentre Purrì – calabrese, sposato con due figlie – aveva qualche precedente per reati contro la persona. E, come se non bastasse, era solito alzare un po’ il gomito. Anche il giorno dell’omicidio sembra avesse bevuto un bicchierino di troppo. Le indagini, condotte dai Carabinieri di San Donato Milanese, sono partite dalle immagini riprese da una videocamera che aveva filmato un uomo scendere da una station wagon di colore chiaro, entrare nella ditta e solo 8 minuti dopo uscire, risalire sulla vettura ed allontanarsi.
L’ipotesi della rapina era stata subito scartata dagli inquirenti: all’interno della ditta, infatti, non mancava nulla e, cosa più importante, il portafoglio della vittima era stato trovato intatto. I militari hanno così deciso di mostrare il filmato ad alcuni dipendenti della Cassol, alla ricerca di qualche utile indizio. E così è stato: sette persone che lo hanno visionato, infatti, hanno riconosciuto in quelle immagini seppur di pessima qualità, il loro collega. L’altezza, la “pancetta”, il modo di camminare o di infilarsi il giaccone: piccoli gesti o caratteristiche che hanno incastrato l’uomo. La certezza, i Carabinieri l’hanno avuta lunedì pomeriggio quando hanno effettuato una perquisizione domiciliare e hanno mostrato le immagini ai famigliari dell’omicida. I loro volti non lasciavano spazio a dubbi. E ancora la macchina: portapacchi e maniglioni in plastica, elementi caratteristici sia della vettura del Currì, che di quella visionata nel video.
E così i tasselli, finalmente, hanno ricomposto l’intera vicenda. Per gli investigatori, il 23 dicembre Currì è arrivato all’interno della ditta alle 16,15 a bordo della sua Daewoo Nubiera. È entrato nella guardiola dove stava il Tartaglia e gli ha sparato sei colpi in faccia con un revolver calibro 7,65. Poi, alle 16,21, solo 8 minuti più tardi, è risalito a bordo della sua auto e si è dato alla fuga. Il corpo della vittima è stato ritrovato solo tre ore più tardi, con l’arrivo dell’addetto del turno successivo. L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata e il Currì, dal carcere di Lodi, non sembra per ora intenzionato ad ammettere alcuna responsabilità.

Svolta nel “giallo” del custode assassinatoultima modifica: 2007-02-15T11:40:00+01:00da sagittario290