Racket, commercianti nel mirino

sabato 24 febbraio 2007

Racket, commercianti nel mirino

Vecchi e nuovi esercizi vittime dell’attività senza scrupoli delle bande dedite al pizzo. Ecco alcune testimonianze

di DOMENICO SARROCCO LATINA — Racket, un fenomeno sommerso che avrebbe attecchito anche in terra pontina. E non da oggi. Sembra che nei nuovi e vecchi insediamenti urbani del capoluogo le varie attività commerciali «neonate» finiscano immediatamente nel mirino delle bande dedite al «pizzo». Alcuni episodi, non denunciati (a quanto ci consta) all’autorità giudiziaria testimoniano il triste «trend»che si espande in terra pontina. Diversi titolari di negozi appena aperti sarebbero stati vittime di avvertimenti e atti intimidatori. Gli episodi si sarebbero verificati a Borgo Piave, nell’ex Campo Boario, in via Epitaffio, nelle zone di Latinafiori e viale Kennedy. Vetrine infrante da proiettili, incendi dolosi, richieste di denaro in cambio di protezione, furti e rapine con l’unico fine di impaurire, piegando così la volontà di commercianti ed artigiani di cedere alla triste pratica. Ne riferiamo, certi che il dovere del giornalista sia quello di fare cronaca ma anche di non creare allarmismi. Ne riferiamo dovendo per necessità evidente garantire l’anonimato delle persone di cui si parla. «Che bel negozio, sarebbe un peccato se gli accadesse qualcosa…» si è sentito dire da uno sconosciuto Michele, giovane artigiano della zona di via Don Torello pochi giorni dopo l’apertura del suo esercizio commerciale. «Ho fatto capire al signore che al momento non potevo permettermi altre spese- continua Michele- e lui mi ha risposto che sarebbe ripassato. Questo episodio – conclude il commerciante – mi ha costretto ad installare il giorno dopo un efficace e costoso antifurto». Di peggio è capitato in zona Borgo Piave. «Hanno sparato colpi di pistola contro le vetrine di un mio locale – spiega Carla, proprietaria di una catena di negozi- – Ero stata avvertita ma non ero convinta. Questo episodio mi ha spinto a pagare e d’allora non è accaduto più nulla..». «Un giorno al negozio si è presentato un uomo per offrirmi protezione – ci dice Daniela, titolare di una agenzia in zona semi-centrale – gli ho risposto che ci avrei pensato essendo sommersa dalle spese dell’apertura. La notte successiva mi sono stati rubati i computer trovati poi abbandonati nelle vicinanze. Uno sfregio per costringermi a cedere al racket…». Un ristoratore del capoluogo pontino si è visto sfondare la vetrina da un’automobile usata come ariete. Molti gli esercenti che hanno ricevuto questo tipo di trattamento, causa di non pochi problemi a chi intraprende una nuova strada. Per quieto vivere qualcuno ha ceduto alle richieste, altri hanno provveduto a tutelarsi con antifurti e vigilanza privata. Non è certamente compito facile per le forze dell’ordine dare sicurezza e tranquillità, visto il livello di crescita della città. Per evitare che il fenomeno si radicalizzi è necessario alzare il livello di guardia per non abbandonare a loro stessi questi imprenditori che creano anche posti di lavoro. Non andandogli incontro si impedisce pure quella necessaria integrazione con il resto del territorio arrestando fonti di ricchezza e di sviluppo di carattere non solo economico ma anche culturale e sociale.

Racket, commercianti nel mirinoultima modifica: 2007-02-25T12:20:00+01:00da sagittario290

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