Giallo a Gassino, ammazzato e bruciato in auto

CRONACA

5/2/2007 (8:27) – IL DELITTO SCOPERTO GRAZIE ALLA TELEFONATA DI UNA RAGAZZA

Giallo a Gassino, ammazzato e bruciato in auto

Il corpo completamente irriconoscibile. La certezza: è un uomo di razza bianca

DIEGO ANDRÀ e ANGELO CONTI
TORINO

Chi è l’uomo trovato carbonizzato sulle vecchia strada sterrata che collega Bardassano con Gassino? Per i carabinieri due sole certezze: che si tratta di un delitto e che l’ucciso è di razza bianca. Tutto il resto è più sul vago. Colpa del rogo, ma colpa soprattutto dello spaventoso calore che si è generato intorno all’abitacolo di quella vecchia Fiat Uno in virtù della combustione di due grossi pneumatici, sistemati sotto e sopra l’auto. Il corpo si è così presentato in condizioni pietose con gambe e braccia completamente bruciate, la teca cranica esplosa, il tronco ridotto ad un ammasso carbonizzato.

L’ultimo noir comincia all’1 e cinque della notte fra sabato e domenica quando, al 112 dei carabinieri, arriva la telefonata di una ragazza, che sta tornando a casa dopo una festa: «C’è una Uno che brucia sulla vecchia strada fra Bardassano e Gassino». Non è inusuale che un’auto venga data alle fiamme, comunque vengono allertati i vigili del fuoco e si muove anche una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Chivasso.

Quando le fiamme si abbassano, i vigili del fuoco notano all’interno la sagoma di un uomo. E’ sul sedile del passeggero, che risulta abbassato. La sezione investigazioni scientifiche dell’Arma comincia il suo delicato lavoro. Viene avvertito il magistrato di turno, la dottoressa Patrizia Caputo, che compie un attento sopralluogo. Al termine il cadavere viene recuperato e, quando ormai albeggia, è trasferito alle camere mortuarie dell’ospedale di Chivasso. L’auto viene portata nel deposito della Sagi, a Torino, dove continuano i rilievi.

L’inchiesta è di competenza dei carabinieri del Reparto Operativo di Torino. Il primo passo sta nell’individuare il proprietario dell’auto. Alla targa si risale attraverso il numero di telaio. Non risulta rubata, quindi i militari piombano in casa del proprietario: è una guardia giurata che abita in corso Casale. L’uomo casca dalle nuvole: «Sì, quella Uno è mia. Ma è la seconda auto, la lascio parcheggiata dove capita qui intorno. Qualcuno deve averla rubata». Scattano le verifiche di rito, il racconto appare credibile. Non si riesce, però, ad avere certezze sul momento del furto: sono alcuni giorni che la guarda giurata non utilizza quel mezzo e non ricorda più quando l’ha vista l’ultima volta sotto casa.

Ieri in via Valfrè il colonnello De Vita, il colonnello Nardone, il colonnello Fozzi, i capitani Lano e Tamponi hanno cercato di incastrare le prime caselle del puzzle. La vittima è un uomo, probabilmente bianco e comunque non di colore. Che si tratti di un omicidio (commesso certamente altrove), nessun ragionevole dubbio. Come non ci sono dubbi sul fatto che gli assassini volessero rendere difficilissima l’identificazione. Un piccolo elemento in grado di indirizzare le indagine è che gli autori del rogo dovevano conoscere bene la zona, e soprattutto quel piccolo spiazzo fuori dalla vista di tutti, abitualmente frequentato solo da coppiette.

Nessuno si nasconde le difficoltà dell’indagine: se la vittima fosse un extracomunitario, magari un romeno, potrebbe anche restare per sempre senza nome. Un teorico aiuto potrebbe venire dal tracciato del Dna, quando verrà sviluppato. Intanto qualche elemento è atteso dall’autopsia e dal controllo della dentatura, che potrebbe – con un po’ di fortuna – anche confermare o meno che si tratta di un uomo proveniente dall’Europa dell’Est o magari di un italiano.

Giallo a Gassino, ammazzato e bruciato in autoultima modifica: 2007-02-06T15:45:00+01:00da sagittario290