Colpo al blindato, indaga la Dda

3 Dic 2006  

Olbia. Sulla rapina di venerdì al portavalori l’inchiesta sta per passare alla Direzione antimafia

Colpo al blindato, indaga la Dda

Si pensa a un’unica regia che pianifica gli assalti

Cinque fucili automatici imbracciati dai banditi, i bossoli recuperati sull’asfalto e nelle cunette della statale 125, il Mitsubishi Pajero infilato in una capanna di frasche a San Giacomo, i tabulati telefonici già richiesti dai carabinieri, il giubbotto antiproiettile di Gianni Raffatellu e i verbali delle dichiarazioni rese dalle decine di persone che hanno assistito all’assalto di venerdì mattina. L’inchiesta sulla rapina dei centomila euro affidati dell’Executive per essere consegnati ad alcuni istituti di credito, parte da qui. Ma a breve, il blitz del commando entrato in azione sulla Olbia-Arzachena si aggiungerà agli altri episodi oggetto di una maxi indagine della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. Il fascicolo è quello che tempo fa il sostituto Renato Perinu girò ai colleghi della Dda. Una sfilza di tentativi di rapina, quasi tutti falliti, con sbarramento di strade con mezzi meccanici, esplosivo sistemato sugli alberi (proprio sulla Olbia-Arzachena) minacce e violenze di ogni tipo contro gli equipaggi dei blindati. I magistrati di Cagliari non commentano, ma le valutazioni sono allarmanti. Gli investigatori parlano di un impressionante salto di qualità, di un’organizzazione paramilitare, di un gruppo che non trascura alcun particolare nella preparazione dei colpi. L’ha capito il pubblico ministero Elisa Calligaris, titolare dell’inchiesta. Con lei ci saranno tra poco anche i colleghi della distrettuale a raccogliere qualsiasi elemento utile per risalire ai responsabili dell’assalto. Esaminando le testimonianze di automobilisti, ad esempio, si rileva subito che in nessuna fase della rapina, i banditi hanno mai perso la calma. Determinati, tranquilli, aggressivi a tal punto da scoraggiare qualsiasi tentativo di reazione da parte delle vittime della rapina, ma sempre capaci di tenere la situazione in pugno. Tanto da invitare gli automobilisti bloccati sulla statale 125 al momento della esplosione del blindato. Le indagini vengono portate avanti sia dai carabinieri che dalla polizia. In realtà l’episodio in sé viene trattato esclusivamente dai militari dell’Arma. Venerdì mattina sul posto c’era anche il comandante provinciale dei Carabinieri Paolo Carra. Ma è stata la polizia a ritrovare il Mitsubishi Pajero rubato ad Usini, ben nascosto dai rapinatori nelle campagne di San Giacomo. I poliziotti hanno recuperato anche alcuni bossoli che ora dovranno essere consegnati, dopo un passaggio in procura, al Ris di Cagliari. La polizia ha recuperato il cellulare sottratto a una delle guardie giurate dell’Executive. I banditi, naturalmente, hanno pensato bene, prima di allontanarsi, di toglierlo dalle mani del vigilante. Poi lo hanno fatto a pezzettini per evitare che fornisse alla polizia giudiziaria, attraverso le verifiche sui ripetitori, informazioni riguardo ai movimenti della banda. Tra le ipotesi in ballo c’è quella di un gruppo con notevole esperienza negli assalti ai furgoni portavalori e rapine, in trasferta in Gallura. Magari con qualche innesto locale. Ma agli investigatori non è sfuggita l’impressionante sequenza di episodi simili avvenuti negli ultimi mesi nel nord-est dell’isola, ed in particolare ad Arzachena e in alta Gallura. Comprese le raffiche di mitra sui finanzieri, dopo una rapina nell’ufficio postale di Sant’Antonio. Andrea Busia

03/12/2006

Grande professionalità, la stessa mostrata nei precedenti assalti ai furgoni che trasportano valori. E non solo in Gallura. Per i magistrati della Distrettuale antimafia il salto di qualità dei criminali sarebbe riconducibile a un solo gruppo, preparatissimo.

Colpo al blindato, indaga la Ddaultima modifica: 2006-12-04T11:54:00+01:00da sagittario290