Vigilanza, il Tar riammette la società bloccata dal prefetto. An accusa la Lonardo che replica: voglio un dossier


Edizione CIRC_SU2

25/11/2006

Il Tar salva – per ora i 400 dipendenti della International Security service, l'azienda di vigilantes che si occupa fra l'altro della sicurezza della Regione, che fa capo ai fratelli Buglione processati e poi assolti per camorra, e soci (fino a ieri) dell'assessore alla sicurezza Gennaro Mola nell'azienda «Vigilanza partenopea». Il Tribunale amministrativo regionale, accogliendo l'istanza presentata dagli avvocati Gherardo Marone e Geremia Biancardi, ha sospeso, sino alla Camera di Consiglio del 30 novembre prossimo, l'efficacia del provvedimento del prefetto Renato Profili, con il quale era stata decretata la revoca della licenza rilasciata all'istituto di VIGILANZA International security service, con sede a Nola, e che si occupa, tra l'altro, della VIGILANZA del Consiglio regionale della Campania. Si tratta, hanno sottolineato i legali, di un provvedimento di urgenza «giustificato dal danno incommensurabile che viene inferto al privato e alla collettività». I 400 dipendenti per manifestare il loro dissenso verso la decisione del prefetto ieri avevano effettuato un sit-in sotto il palazzo di governo, mantenuto in piazza Plebiscito finquando non è arrivata la notizia del via libera del Tar. Sulla vicenda, dopo lo stop imposto dal prefetto alla società giovedì sera, si è imemdiatamente scatenata la pemica politica. Una società gestita da chi ha subito un processo per camorra (ma tutti sono stati assolti) è titolare del servizio di VIGILANZA del palazzo del Consiglio regionale. L'attacco arriva da Alleanza nazionale. «Nel Consiglio regionale della Campania per lavorare occorre necessariamente essere collusi con la camorra?». La provocazione è di Marcello Taglialatela, componente della commissione parlamentare Antimafia e coordinatore cittadino di An, che gira la domanda al presidente dell'assemlblea Sandra Lonardo. «Le vicende che tornano ad interessare il Consiglio regionale e molte Asl – aggiunge Taglialatela – provano le evidenti collusioni che esistono in Campania tra camorra ed istituzioni pubbliche». Il presidente Lonardo già nella mattinata di ieri aveva ufficialmente chiesto al dirigente del settore competente una dettagliata relazione sul caso, dichiarandosi pronta a prendere provvedimenti, proprio mentre il consigliere regionale Roberto Conte preannunciava una querela. Schermaglie e polemiche che hanno spinto l'Udeur a fare quadrato. «La supposizione di collusioni con la malavita, getta fango sulla credibilità di tutte le istituzioni, non solo quelle della maggioranza», afferma il capogruppo dei Popolari-Udeur Fernando Errico. La vicenda si intreccia con quella della società VIGILANZA Partenopea, di cui è stato prima amministratore delegato e poi socio l'assessore alla Mobilità Gennaro Mola. Accusato di possibile conflitto di interessi, ufficialmente da ieri pomeriggio (anche con la comunicazione ufficiale registrata dal notaio alla Camera di commercio) ha dismesso tutte le proprie quote. Ieri un lungo colloquio con il segretario Ds Massimo Paolucci. L'assessore aveva già chiarito la sua posizione con il sindaco Iervolino.

Vigilanza, il Tar riammette la società bloccata dal prefetto. An accusa la Lonardo che replica: voglio un dossierultima modifica: 2006-11-26T12:18:45+01:00da sagittario290