Traffico di droga sulla costa Patteggiano in 3 davanti al gup

Ven 10 NOV 06

Fuori dal tunnel. Quattro presunti pusher a giudizio

HASHISH e marijuana, chili e chili di sostanza stupefacente, al centro di un fiorente traffico che avrebbe visto agire uomini e donne, ognuno con un ruolo ben definito. Da Catanzaro Lido a Botricello, passando per tutti i piccoli comuni della costa ionica, oppure direzione città, fino ai giardinetti di San Leonardo, senza tralasciare la zona di Santa Maria, per arrivare fino a Siano. "Fuori dal tunnel" il nome in codice dato all'operazione sfociata, ieri mattina, in tre patteggiamenti e quattro rinvii a giudizio.
A decidere di chiudere in fase di udienza preliminare il primo capitolo della vicenda giudiziaria che li aveva travolti nella primavera dello scorso anno, sono stati il presunto promotore del traffico sgominato dai Baschi verdi di Sellia Marina, il trentacinquenne Carmine Raimondo Naborre, di Catanzaro, la compagna Valentina Brunetti, 27 anni, di Catanzaro, un suo stretto collaboratore, Flavio Scarpino, 39 anni, guardia giurata in servizio presso un istituto di vigilanza diurna e notturna di Catanzaro e residente a Sellia Marina. La pena rispettivamente applicata a loro carico dal gup Antonio Giglio è di 2 anni e 4 mesi di reclusione e 4000 euro di multa, 2 anni di reclusione e 2000 euro di multa e 2 anni di reclusione.
Per gli altri quattro imputati che hanno scelto di seguire il rito ordinario è stato, invece, disposto il rinvio a giudizio per il prossimo 22 febbraio. Sarà in quella data che davanti al Tribunale di Catanzaro dovranno comparire le presunte fonti di approvvigionamento del traffico di droga in questione: Antonio Gualtieri, 33 anni, di Catanzaro (alias "Cucuzza"), Giuseppe Palaia, 26 anni, di Catanzaro, Anna Maria Zangari, 32 anni, nata in Canada ma da tempo cittadina italiana residente a Catanzaro, e Roberto Valeo, 33 anni, nato in Svizzera e residente a Borgia (Cz). A rappresentare la pubblica accusa, ieri mattina, in aula, c'era il sostituto procuratore Antonia Salamida, che ha ribadito la tesi accusatoria che era stata messa su dalla collega (attualmente al Tribunale civile) Giovanna Mastroianni.
Numerosi gli episodi ricostruiti, per oltre un anno, dai Baschi verdi, che, sotto le direttive del capitano Bruno Soglia, erano stati col fiato sul collo degli indagati, per captarne ogni parola, ogni movimento, attraverso un capillare monitoraggio che, in alcuni casi, aveva portato anche al sequestro di diversi quantitativi di droga a carico dei clienti dell'illecito mercato. Sequestri all'apparenza del tutto casuali, ma in realtà avvenuti nel contesto di una strategia ben precisa, adottata abilmente dai finanzieri che sapevano bene dove e quando entrare in azione. Proprio come nell'agosto del 2003, quando in manette finì il presunto personaggio chiave, Raimondo Naborre, nella cui abitazione di località Ruggiero, a Sellia Marina, erano stati rinvenuti 307 grammi di marijuana, occultati in una busta di plastica, una piccola pianta di cannabis indiana, un rotolo di plastica per alimenti e 18 ritagli di buste di plastica di forma circolare, con la parte centrale mancante. Chiare tracce dell'attività di spaccio che subito gli venne contestata dai militari che, senza perdere tempo, ottennero dalla Procura il via libera per la predisposizione di servizi di intercettazioni telefoniche e ambientali e l'avvio di una vera e propria attività investigativa che, protrattasi fino all'estate successiva, aveva, alla fine, permesso al magistrato di ricostruire nel dettaglio il "modus operandi" di tutti coloro che avrebbero preso parte al traffico di droga sgominato dal blitz di maggio.
Tanti altri i nomi che si rincorrono nelle decine di intercettazioni telefoniche e ambientali che fanno parte del fascicolo processuale, ma rispetto ai quali nessuna prova valida era seguita nel corso delle indagini preliminari che si sono così concluse a carico dei sette presunti pusher.
Per tutti, l'accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacente e, contro Raimondo, anche quelle di favoreggiamento (per aver nascosto in casa tale Silvano nell'immediatezza di una rapina da quest'ultimo commessa ai danni di un istituto bancario nel marzo del 2004) e di furto insieme alla Brunetti (per aver rubato in una casa di Sellia Marina di proprietà di tale Maria Guerra un climatizzatore completo di motore, un pozzetto congelatore, alcuni pacchi di pasta e frutti degli alberi del giardino). In aula a difendere gli imputati c'erano gli avvocati Gregorio Viscomi, Antonio Ludovico, Arturo Bova, Pasqualino Le Donne e Francesco Russo.


Stefania Papaleo
Traffico di droga sulla costa Patteggiano in 3 davanti al gupultima modifica: 2006-11-11T12:02:34+01:00da sagittario290