LE TESTIMONIANZE – La paura dei due vigilanti: «Vivi per miracolo» Il sindacato: «La prova dei rischi che corriamo»

Sabato, 18 Novembre 2006

Trieste

(R. Ur.) «Siamo vivi per miracolo». A pochi minuti dall'aggressione, Elio D'Antoni e Pasquale Russini sono ancora visibilmente scossi oltre che acciaccati.

«Sono stato colpito due-tre volte alla testa con il calcio della pistola – ricorda Russini – ma per fortuna non ci sono state particolari conseguenze fisiche».

Portano i segni dell'accaduto i due protagonisti della rapina: Russini in particolare è uscito dall'ospedale con una vistosa benda alla testa, dove sono stati applicati alcuni punti per suturare la ferita procurata dalle botte subite. Fisicamente sta peggio di lui il caposquadra Elio D'Antoni, uscito dal pronto soccorso dell'ospedale di Cattinara (dove i due sono rimasti fino al tardo pomeriggio) con i polsi bendati, un ematoma all'occhio destro e un tutore alla gamba sinistra (che guarirà in una ventina di giorni).Ma, soprattutto, è stato grande lo spavento di vedersi aggrediti: "Un po' di dolore e soprattutto parecchia paura – racconta D'Antoni – E' successo tutto all'improvviso, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di accorgerci cosa stava accadendo".Intanto si segnala la dura presa di posizione della Savip (Sindacato Autonomo Vigilanza Privata) che, attraverso una nota del segretario nazionale Vincenzo Del Vicario, denuncia la situazione del settore: "L'ultima ennesima rapina ad un furgone portavalori è indice dell'assoluto stato di abbandono in cui il Ministro dell'Interno lascia il settore della vigilanza privata e del trasporto dei valori. Le cronache, infatti, fanno sorgere gravi interrogativi sull'efficacia dei controlli e sul ruolo delle Autorità di Pubblica Sicurezza, Prefetti e Questori, che avrebbero dovuto impedire modalità di trasferimento di ingenti valori che in alcun modo possono essere considerate sicure" sostiene Del Vicario che si rivolge direttamente al Ministro dell'Interno, Giuliano Amato: "Il servizio di Polizia Amministrativa è svolto con modalità anacronistiche, viziato da una mentalità burocratica che è priva di qualsiasi incisività e che è incapace di comprendere i fenomeni e prevenire i pericoli. Vi è, poi, una disgustosa tendenza a favorire gli interessi degli imprenditori e dei committenti entrambi volti solo al facile lucro, dimenticando del tutto il diritto ad un lavoro sicuro delle guardie giurate . Anche in nome dei colleghi che recentemente hanno perso la vita, chiediamo al Ministro Amato, di cambiare radicalmente questa impostazione e, con essa, certe mentalità ministeriali".

LE TESTIMONIANZE – La paura dei due vigilanti: «Vivi per miracolo» Il sindacato: «La prova dei rischi che corriamo»ultima modifica: 2006-11-19T12:16:02+01:00da sagittario290