La doppia vita del carabiniere e della vigilessa

CRONACHE

MILANO ARRESTATI PER TENTATO OMICIDIO. A CASA DI LUI TUTTO IL NECESSARIO PER LE RAPINE

La doppia vita del carabiniere e della vigilessa

Lui troppo «strano» per i colleghi
Lei portava e mostrava sempre la pistola

15/11/2006

di r. m.

MILANO. Il commento ufficiale è: «Siamo sconcertati». Quello meno ufficiale: «Qualcosa di strano c'era, non erano comportamenti normali». Però nessuno si aspettava che il carabiniere e la vigilessa, pur se «strani» arrivassero a finire in carcere per tentato omicidio, dopo una sparatoria e un inseguimento in autostrada degno di un film.

Qualcuno, per banale assonanza, li ha già chiamati «Bonnie e Clyde» ma della coppia di gangster più romantica del cinema non hanno quasi nulla. Nè fascino, nè contorta psicologia. Sono solo due persone che, pur vestendo una divisa, sono passate «dall'altra parte». In casa di lui, a Bereguardo (Pavia), hanno trovato in abbondanza materiale utile ad attività criminali: passamontagna, targhe d'auto false o rubate, uno storditore elettrico, tirapugni, munizioni, un giubbotto antiproiettili. E telefoni cellulari, almeno una cinquantina: «Al telefono ci passava ore ed ore – ricordano adesso i colleghi – e troppo spesso con un fare misterioso».

Quelle telefonate, altri particolari «un po' strani»: negli ultimi tempi il carabiniere, 36 anni, era diventato «un personaggio parecchio chiacchierato».

Solo sospetti, che però hanno convinto i responsabili dell'Arma a spostarlo dal Nucleo operativo, sezione reati contro la pubblica amministrazione, al reparto Radiomobile dove non doveva più seguire inchieste tanto delicate. In quanto a lei, la vigilessa, 33 anni, tutti la descrivono come una bella donna, ma troppo appariscente, che nell'abbigliamento e nei modi faceva di tutto per mostrarsi una «dura». Aveva ad esempio la passione di portare con sè la pistola d'ordinanza anche fuori servizio e di mostrarla, con un atteggiamento tra l'ammiccante e il provocatorio.

Quei due, il carabiniere e la vigilessa, si conoscevano da tempo; avevano molte cose in comune, molti scuri elementi per piacersi. Non si sa ancora quanto fossero complici, oltre che amanti.

Di certo quello che è successo all'alba di lunedì, lungo l'autostrada del Sole, all'altezza di Campi Bisenzio (Firenze) ha un che di gratuitamente violento, un che di sprezzante sfida anche verso se stessi. Perchè pare davvero paradossale che pensassero di farla franca dopo aver sparato e dopo essere stati individuati e inseguiti.

C'erano due Tir che a fatica si stavano superando, alle 5 del mattino; un'Alfa strombazza impaziente, poi si sposta sulla corsia d'emergenza e li sorpassa; quindi rallenta e uno degli occupanti spara. Il colpo raggiunge la cabina di uno dei Tir e solo per caso non viene colpito l'autista. Al casello denuncia l'accaduto, fornendo ai carabinieri gli elementi per individuare l'auto, che infatti viene intercettata e bloccata, dopo 30 chilometri.

E viene anche recuperato l'oggetto che, durante la fuga, è stato lanciato dal finestrino: una pistola, rapinata a una guardia giurata a Buccinasco (Milano) il 15 luglio scorso. C'entrano anche loro, il carabiniere e la vigilessa, con quella rapina? E cos'altro hanno fatto, in questi mesi? E perchè all'alba di una giornata lavorativa si trovavano entrambi (assieme al fratello di lei, 27 anni) su quell'autostrada? Tante domande a cui i loro colleghi vogliono al più presto dare risposte.

La doppia vita del carabiniere e della vigilessaultima modifica: 2006-11-16T11:52:59+01:00da sagittario290