Filcams Fisascat Uiltucs scrivono al Presidente della Repubblica


FILCAMS-Cgil
Federazione lavoratori commercio turismo servizi
Ufficio Stampa

www.filcams.cgil.it

31 marzo 2006

CONTRATTO VIGILANZA PRIVATA: FILCAMS FISASCAT UILTUCS SCRIVONO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
«I lavoratori che rappresentiamo non sempre hanno il giusto riconoscimento in una professione di grande sacrificio e carica di rischi»

A Sua Eccellenza
Il Presidente della Repubblica
On. Carlo Azeglio Ciampi

e p.c.

al ministro dell'Interno
On. Giuseppe Pisanu

al ministro del Lavoro
On. Roberto Maroni

Signor Presidente,
i lavoratori della Vigilanza Privata attendono il rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro da ormai 24 mesi. Basterebbe questo dato per evidenziare un'evidente situazione di grande sofferenza per un settore così delicato. A ciò si aggiunga che anche in questa legislatura il Parlamento non è stato in grado di varare una riforma, attesa da più di 20 anni, che finalmente definisse un sistema di regole, e garantisse agli operatori una chiara natura giuridica della loro professione.
Ma non è per questo che ci rivolgiamo a Lei.
In questo quadro difficile, le parti sociali, con grande senso di responsabilità, non solo sono arrivati a concordare un testo per il rinnovo del contratto, ma si sono impegnate a proporre una serie di norme che, attraverso un avviso comune inviato ai ministeri del Lavoro e dell' Interno, introducessero, a legislazione costante, un minimo di garanzie e trasparenza nel settore della Vigilanza Privata.
Un impegno che ha portato ad un tavolo concertativo tra le parti sociali ed i ministeri competenti, che ha prodotto la bozza di un articolato condiviso per la definizione di un decreto interministeriale.
Questo articolato si compone di due punti fondamentali.
Il primo concerne la delega alle parti sociali, attraverso la contrattazione, della definizione dell'organizzazione del lavoro e dei servizi rispondente alle necessità peculiari ad un settore che opera 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno. Questo decreto quindi risulta indispensabile alla firma definitiva del contratto, per renderlo efficace.
Il secondo, a parziale surroga di quella mancanza di norme a cui si è precedentemente accennato, introduce l'obbligo per le aziende di dimostrare, all'atto di partecipare agli appalti, il rispetto dell' applicazione del contratto di lavoro per i propri collaboratori. Un vincolo questo che deriva dal fatto che come Lei sa, la partecipazione agli appalti è regolata dalle Prefetture attraverso la cosiddetta "tariffa di legalità" alla quale il mercato è chiamato ad uniformarsi.
Rispettare la tariffa di legalità è da sempre un elemento di grande trasparenza.
Va rilevato che la bozza di decreto demandava all'Ente Bilaterale del settore della Vigilanza Privata, composto dalle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, il compito del rilascio della certificazione di garanzia del rispetto delle norme riguardanti il personale.
Negli ultimi tempi molti fatti di cronaca, apparsi sulla stampa, hanno coinvolto (spesso ingiustamente, qualche volta correttamente) il nostro settore, evidenziando ancor di più l'esigenza di fare chiarezza sulle modalità operative, premiando chi si sforza di rispettare regole e diritti dei propri collaboratori.
Dopo questa lunga premessa, vogliamo sottoporLe un quesito.
Giunti, dopo mesi di lavoro, alla stesura definitiva del citato decreto interministeriale, con un'incredibile marcia indietro il ministero del Lavoro bloccava l'emanazione del decreto e, conseguentemente la firma del contratto nazionale di lavoro che fondava la sua parte normativa sulle nuove regole.
Ma ciò che più ci preoccupa è la motivazione: la non condivisione ad inserire, all'articolo 2, l'obbligo al rispetto dei contratti di lavoro, con il conseguente vincolo a produrre la relativa certificazione dell'Ente Bilaterale.
Il quesito che Le poniamo è semplice: quali obiettivi si prefigge il ministero del Lavoro nell'impedire la realizzazione di un primo passo in direzione di una maggiore trasparenza, voluta fortemente e congiuntamente da sindacati e imprese?

Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Lei, perché è nota la sua sensibilità in questa materia.
I lavoratori che rappresentiamo, non sempre hanno il giusto riconoscimento per il loro impegno in una professione di grande sacrificio e carica di rischi, come dimostrano le 14 mila rapine affrontate negli ultimi 4 anni.

È chiedere troppo che si possa rinnovare il contratto e che questo sia da tutti rispettato?

La ringraziamo per la cortese attenzione, e siamo certi del suo interessamento.

Maurizio Scarpa
Segretario nazionale Filcams-Cgil
Pietro Giordano
Segretario nazionale Fisascat-Cisl
Parmenio Stroppa
Segretario nazionale Uiltucs-Uil

Filcams Fisascat Uiltucs scrivono al Presidente della Repubblicaultima modifica: 2006-04-01T12:18:05+02:00da sagittario290

2 pensieri su “Filcams Fisascat Uiltucs scrivono al Presidente della Repubblica

  1. Molto carina la vostra supplica al Sig. Presidente, essa è tendeziosa ad abbagliare gli operatori del settore, come ben sapete non è questa la strada, la colpa non è primariamente Istituzionale ma “sindacale”.

    Sono un RSA CGIL della Toscana

  2. Da privato cittadino e da attivista sindacale della CGIL posso associarmi all’appello sacrosanto che avete inviato a Ciampi? Anche noi, come dipendenti pubblici, abbiamo penato 2 anni per vederci riconosciuto il rinnovo del contratto di lavoro, 2 anni di battaglie, scioperi, proteste, tentativi di delegittimare gli accordi sottoscritti, e per alcuni comparti del pubblico impiego la vicenda nonsi è ancora conclusa. In bocca al lupo, sperando che l’8 aprile il lupo crepi sotto una valanga di voti a lui contrari. Ciao. Carlo.

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