«Può rifarlo»: il vigilantes resta in carcere

Cronaca

09/04/2011

«Può rifarlo»: il vigilantes resta in carcere

LA SPARATORIA DI QUINZANO. La decisione del giudice Ambrosoli.  Sopralluogo del difensore a Quinzano col consulente Convalidato il fermo del rapinatore superstite

09_11_bso_f1_204_medium.jpgResta in carcere Mauro Pelella, la guardia giurata di 34 anni, arrestato per l’omicidio volontario di due rapinatori uccisi lunedì pomeriggio a Quinzano, dopo una rapina alla Cassa Rurale e Artigiana. Lo ha deciso il gip Luciano Ambrosoli dopo aver sentito il vigilantes l’altro giorno in carcere. Il giudice ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal difensore, l’avvocato Patrizia Scalvi.

IN CELLA a Canton Mombello resta anche Dario Delle Grottaglie, il 30enne residente in provincia di Torino, il rapinatore sopravvissuto alla sparatoria di lunedì pomeriggio. Proprio il rapinatore ha dato conferma che lunedì a Quinzano erano in quattro: lui, i due rapinatori uccisi e un altro complice che è riuscito a scappare e farla franca e che è attivamente ricercato dalle forze dell’ordine in tutto il Nord Italia. Gli investigatori dell’Arma hanno anche le immagini del quarto rapinatore, ripreso con i due complici all’interno della banca di Quinzano. In banca sono entrati Delle Grottaglie, il quarto uomo e Otello Astolfi, il 62enne residente a Ravenna, freddato da due colpi mentre sedeva sul sedile posteriore dell’auto, mentre Ivan Alpignano, 38 anni, residente a Caselle Torinese, freddato con un colpo alla nuca, attendeva i complici in auto.

Con il racconto del rapinatore sopravvissuto e arrestato due ore dopo il colpo a Pontevico, dove ha cercato di nascondersi in un furgone di alcuni operai, la dinamica della rapina di lunedì assume dei contorni più precisi. La «banda in trasferta» aveva come obiettivo la banca di via Cavour e ha lasciato l’auto, la Fiat Bravo, in via Pianeri, con Alpignano a bordo. La banda ha scelto il Bresciano perchè a novembre avevano fatto un colpo da 97mila euro a Borgo San Giacomo.

Per entrare in banca i tre malviventi si sono coperti il volto con maschere in silicone. Quando sono usciti per risalire sull’auto e fuggire con il bottino di 10.300 euro si sono trovati di fronte il furgone portavalori della Fidelitas con a bordo Pelella. La guardia giurata ha intimato di fermarsi e poi ha cominciato a sparare: Astolfi è riuscito a salire in auto, mentre Delle Grottaglie e il quarto complice sono rimasti nel vicolo, sotto il fuoco di proiettili, riuscendo a non essere colpiti e a fuggire. I quindici colpi, l’intero caricatore, sparati dalla guardia, sono andati per buona parte a segno, infatti, l’auto è stata colpita da nove colpi e tre hanno raggiunto i due banditi, uccidendoli prima che riuscissero ad allontanarsi da Quinzano.

La dinamica del pomeriggio di sangue ha fatto da sfondo alla decisione del giudice che non ha convalidato il fermo della guardia giurata ravvisando l’inesistenza di un concreto pericolo di fuga, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per un concreto pericolo di reiterazione, prendendo in considerazione le «allarmanti modalità del delitto» e la personalità di Pelella, che ha dimostrato «incapacità di autocontrollo».

L’avvocato Scalvi è già pronto a dare battaglia e a ricorrere al tribunale del Riesame per poter vedere gli atti. E nel frattempo ieri pomeriggio ha effettuato un sopralluogo a Quinzano con il consuelnete balistico. Il legale è in attesa della decisione della Corte Costituzionale, che il 19 aprile deve pronunciarsi sulla costituzionalità del pacchetto sicurezza, che ha escluso per alcuni reati (omicidio compreso) la possibilità dei domiciliari. Lo scopo dell’avvocato è quello di far uscire al più presto di prigione la guardia: «Non merita un trattamento del genere – è la convinzione del legale – perchè non ha fatto il giustiziere, ma si è sentito attaccato, ha avuto paura e ha reagito. Spero che ottenga al più presto ai domiciliari, che raggiunga la moglie e la primogenita, nata martedì mattina, mentre lui era in cella.

Wilma Petenzi

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