A Foggia «l’altra Pasqua»


Puglia

Cronaca

04 Aprile 2010

A Foggia «l’altra Pasqua» Senza lavoro da tre giorni

di ANNA LANGONE

34583.jpgFOGGIA – Ci sono persone che odiano le feste, perchè di quella frenesia non possono far parte. Francesco è uno di loro: 31 anni, sposato, due bimbi di 2 anni e mezzo e un anno e mezzo, da quattro giorni è senza lavoro. Oggi Francesco non parteciperà ad alcun pranzo di Pasqua, perchè non può pagarselo e perchè non ha nessuno che inviti lui e la sua famiglia: «Non ho potuto fare la spesa – dice – i nostri genitori si svenano per aiutarci e sono in ristrettezze anche loro, ma alle mense dei poveri non voglio proprio portarli i miei bambini… piuttosto vado a rubare!». 

Custode in un istituto di vigilanza che presta servizio alle strutture comunali, da cinque anni Francesco lavora tre giorni a settimana e percepisce 398 euro lordi al mese («E neanche tutti i mesi», dice). Dal 31 marzo neppure quelli. E’ inutile ripercorrere la vertenza lunga e complessa degli istituti di vigilanza, che vede decine di persone da tempo protestare per strada. E’ emblematico però conoscere la vita di una giovane famiglia che non vuole scivolare dalla povertà nel degrado. Perchè dopo aver fermato l’auto, già messa in vendita, perchè mancano i soldi per il carburante, dopo aver avuto ridotta la potenza del contatore Enel per ritardati pagamenti, dopo aver fatto l’abitudine agli abiti comprati al mercato alle “pezze americane”, dopo essersi ingegnati in ogni lavoretto pur di portare a casa 10-15 euro, cosa c’è? 

C’è soltanto la forza della disperazione, che ha spinto Francesco a compiere un singolare viaggio della speranza. «Con altri tre amici disoccupati, che lavorano quando capita nei ristoranti e nei bar – racconta l’uomo – ci siamo messi in macchina, abbiamo diviso le spese e, in un giorno, abbiamo bussato a tutte le aziende che si trovano tra la Puglia e la provincia di Teramo. Ci siamo anche iscritti alle agenzie di lavoro interinale, ma non ci ha chiamato nessuno».

Il latte, il pane, i pannolini: sono questi i generi di prima necessità per i quali Francesco spende di più e riceve spesso aiuto dai genitori e dai suoceri, ma tutto il resto è ugualmente necessario e oggetto di rinuncia. Eppure bisogna andare avanti: «Ho usufruito di tutti gli aiuti statali a cui avevo diritto, anche la social card – racconta Francesco – la spesa, quando ho dieci euro disponibili, la faccio nei discount, ma più spesso mi rivolgo a un fruttivendolo amico per risparmiare il più possibile. Non riesco a stare dietro a tutte le scadenze: sono due mesi, ad esempio, che non pago l’affitto, ma per fortuna il padrone di casa è un parente e mi aspetta…». 

Parla senza livore Francesco per quelle «amministrazioni comunali inesistenti» che hanno azzerato il suo posto di lavoro, per quei politici «che non fanno che promettere soluzioni che ad oggi non sono ancora arrivate», ma l’amarezza, il senso di sconfitta, pesano come un macigno sulle spalle di un uomo che da quando aveva 17 anni si è sempre dato da fare. «Ho studiato fino alla terza media – dice Francesco – ho fatto tanti lavori, poi il tecnico manutentore per un’azienda privata, ma anche lì non c’erano certezze. Quando sono entrato all’istituto di vigilanza speravo che le cose andassero meglio e invece siamo passati da una prima, a una seconda, a una terza azienda, con mesi di disoccupazione tra un contratto e l’altro. Sposandomi mi sono assunto delle responsabilità e ora…». Non inveisce, non si commuove Francesco, neppure quando dice che è pronto a fare una follia, ma gli brucia dentro «non poter dare l’essenziale a mia moglie e ai miei figli».

A Foggia «l’altra Pasqua»ultima modifica: 2010-04-05T11:00:00+02:00da sagittario290