La lunga scia di omicidi irrisolti

Edizione Pordenone 

Lunedi’ 5 Maggio 2008

L’assassione del legale a Villaco è il caso più recente. Quello della Pedron risale a oltre vent’anni fa

La lunga scia di omicidi irrisolti

Con la vicina archiviazione del delitto Mascherin saliti a dieci i crimini senza colpevole 

Salvo colpi di scena dell’ultima ora il delitto dell’avvocato spilimberghese Enzo Mascherin – avvenuto il 7 ottobre 2006 – diventerà un fascicolo da archiviare senza colpevoli. L’omicidio è stato commesso oltre confine, a Villaco, e pertanto la Procura della Repubblica di Pordenone è orientata, dopo aver visionato i documenti richiesti alla polizia austriaca, a chiudere definitivamente l’indagine. Novità non ce ne sono e l’inchiesta che si è svolta a qualche chilometro di distanza dal Friuli non è approdata a nulla. Mistero sul nome dell’assassino, mistero sulla dinamica del fatto. Un mistero reso ancora più buio dal silenzio nel quale sembra essere sprofondata la morte violenta dell’avvocato Mascherin. Non risulta, infatti, che – pm Federico Facchin a parte – nessuna autorità italiana abbia chiesto recentemente lumi alla polizia austriaca. Come se quell’omicidio appartenesse definitivamente a un passato che non si vuole riportare a galla, ma che certamente per la vedova e le figlie è ancora dolorosamente il presente.

Ma quello di Enzo Mascherin è solo uno dei delitti irrisolti in provincia di Pordenone. Non ha infatti ancora nè un volto nè un nome l’assassino di Donatella Cordenons, la 39enne pordenonese strangolata e gettata in un canale a Udine. Era il 9 ottobre 2004; sono trascorsi tre anni e mezzo e nulla è cambiato. Le indagini non sono approdate a elementi importanti. Nulla, solo il buio e la disperazione della madre con la quale Donatella Cordenons viveva a Torre, in una linda e curata villetta.

Ed è ancora Udine teatro di un altro omicidio senza colpevoli. L’agente della Squadra Volante Paolo Cragnolino nel 1988 aveva 33 anni. Risiedeva a Roveredo in Piano, ma prestava servizio nella Questura udinese. È stato vittima, assieme a due colleghi, di una bomba che scoppiò davanti al negozio Centroautoradio in viale Ungheria. Tante piste, tante ipotesi, ma nessun colpevole.

Basta andare indietro di un solo anno, al 21 luglio 1997, per scoprire un altro delitto senza firma. Rosanna Sansigolo, pensionata di 60 anni, divorziata e con un figlio, viveva in una villa a Orcenico Inferiore. Ed è in quella casa che il suo corpo viene ritrovato, sul pavimento: attorno al collo una cordicella di plastica stretta fino a farle perdere la vita. Un furto finito in tragedia? Sembra l’ipotesi più probabile, anche se il ladro si è interessato solo dei contanti nella borsetta e non ha guardato gli oggetti in oro che la vittima indossava. Questa la pista seguita dagli inquirenti, ma non è approdata a nulla di concreto.

E che dire di Giovanni Dal Molin, picchiato a morte la notte tra il 13 e 14 aprile 1995. Il sessantaquattrenne viveva a Marignana di Sesto al Reghena e fu vittima di una brutale aggressione probabilmente a scopo di rapina. Anche in questo caso i colpevoli sono rimasti sconosciuti e impuniti.

Medesima sorte è toccata a Caterina Britt, una 34enne prigioniera di una vita difficile che fu trovata ormai cadavere vicino al guado di Santa Maria, sul greto del Meduna, il 4 dicembre 1995. Era stata pestata e con una mazza le avevano sfondato il cranio. Sembrava una bambola senza vita distesa in mezzo al nulla. In questa vicenda i risvolti sono però diversi: gli inquirenti andarono a un soffio dal colpevole. Trovarono una traccia di liquido organico sul corpo della donna, ma non poterono richiedere l’esame del Dna per decisione della Corte di Cassazione.

E come non ricordare l’omicidio delle tre guardie giurate pordenonesi della Vigile San Giorgio, uccise il 28 maggio 1989 lungo la A4 dal braccio di un escavatore mentre viaggiavano a bordo di un furgone blindato che stava andando a Padova con un miliardo raccolto in 18 supermercati del Pordenonese. Gianfranco Grandin, 28 anni, Giovanni Pavan, 27, e Severino Fasan, 29, i primi due residenti a Pordenone, il terzo a Cordenons. Uccisi per rapina, ma non si sa da chi.

Non si sa nemmeno chi sparò nel 1987 un colpo di pistola mortale sulla testa di Claudio Povoledo, il gestore di un’area di servizio. Il corpo fu trovato in un bosco, a Cavasso Nuovo.

Dieci delitti irrisolti, senza un colpevole. Perchè c’è anche l’assassinio di una giovane baby sitter, Anna Laura Pedron.

Susanna Salvador

La lunga scia di omicidi irrisoltiultima modifica: 2008-05-06T11:39:20+02:00da sagittario290