Emergenza sicurezza negli ospedali di Napoli, la ricetta di De Iesu: «Videosorveglianza e guardie giurate»

IL-Mattino

Cronaca

Lunedì 25 Febbraio 2019, 20:00

Emergenza sicurezza negli ospedali di Napoli, la ricetta di De Iesu: «Videosorveglianza e guardie giurate»

di Melina Chiapparino

Quando sente parlare di «emergenza sicurezza negli ospedali», non ha esitazioni nell’affermare che «c’è sempre stata». Davanti alle richieste di sindacati, associazioni e politici che vorrebbero l’installazione dei drappelli di polizia nei pronti soccorso, il questore Antonio De Iesu risponde con fermezza che «la loro presenza non rientra nei progetti dell’organizzazione delle risorse della questura, atteso che gli organici disponibili devono essere impiegati nei servizi di controllo sul territorio».

Questore, cosa risponde a chi ritiene necessaria l’installazione del drappello di polizia negli ospedali?
«Bisogna fare chiarezza sui luoghi comuni e le idee che alimentano l’immaginario collettivo riguardo questo tema. Non c’è alcuna legge, né tanto meno esistono obblighi normativi per cui sia prevista la presenza di un presidio di polizia nei pronti soccorso. Le forze dell’ordine, dunque, non devono garantire la sorveglianza negli ospedali attraverso un drappello che, a dispetto di ciò che molti credono, adempie a un altro tipo di funzione. Il presidio di polizia, è nato tra le mura ospedaliere per trasmettere i referti alle autorità giudiziarie, la sua vocazione era esclusivamente favorire il prima possibile la comunicazione di atti e documenti».

Perché ne sono rimasti solo due in altrettanti nosocomi napoletani?
«I drappelli avevano ragione d’essere, in proporzione alla quantità di referti che necessitavano della trasmissione all’autorità giudiziaria ma anche questo processo con il passare del tempo e l’avanzare della tecnologia, ha subito dei cambiamenti significativi. Oggi, questo tipo di comunicazione avviene per via telematica tra i sistemi operativi degli ospedali e la Questura, con maggiore velocità e la possibilità di impiegare le risorse organiche della polizia, sulle volanti e per il controllo del territorio. Attualmente, solo l’ospedale Cardarelli e Santa Maria di Loreto Nuovo, sono ancora dotati di drappelli per l’elevato numero di referti di natura giudiziaria».

Il governatore De Luca ha richiesto l’installazione di un drappello all’Ospedale Del Mare.
«Questa possibilità è oggetto di valutazione in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica anche in relazione alla quantità di referti da trasmettere all’autorità giudiziaria. In ogni caso, non bisogna assolutamente pensare che la presenza del drappello sia da collegare alla necessità di rafforzare la sicurezza e la sorveglianza in un ospedale, perché questi compiti spettano alla vigilanza privata in forza alle aziende sanitarie»

Quindi, come deve essere garantita la sicurezza nei presidi ospedalieri?
«Ribadisco che i drappelli di polizia non hanno funzione di vigilanza, a differenza della guardiania che deve fornire questo genere di servizio. In passato sono state impiegate delle risorse per la presenza di presidi di polizia negli ospedali ma tale condizione è stata realizzata anche per gli organici a disposizione. Questo è un momento storico dove, con gli organici ridotti, dobbiamo privilegiare il controlli sul territorio e ridimensionare i servizi non essenziali. Occorre potenziare la vigilanza privata negli ospedali, invece, nell’immaginario collettivo dei dipendenti sanitari e dei medici, c’è l’idea della necessità del drappello. Non è questa la soluzione».

Quali sono le azioni da mettere in campo?
«Ho proposto di potenziare la videosorveglianza nelle aziende ospedaliere, rendendoci disponibili per la consulenza sull’allestimento delle telecamere e per collegare i sistemi di sicurezza nei nosocomi con la nostra sala operativa. Vanno implementati nei pronti soccorsi e nei presidi sanitari, anche i servizi della vigilanza armata che non ha solo la funzione di selezionare gli ingressi e rilevare gli episodi di aggressione ma deve essere pronta a intervenire in caso di necessità, perché si tratta di pubblici ufficiali sottoposti alla mia autorità di Questore».

Cosa fare per l’attuazione di una vigilanza privata efficace?
«La strada maestra è la videosorveglianza all’avanguardia, con il collegamento diretto con la Questura e anche i singoli vigilantes potrebbero essere dotati di sistemi avanzati di allarme, collegati con la nostra sala operativa attraverso pulsanti sulla cintola. L’importanza della videosorveglianza vale anche per le ambulanze, da dotare di telecamere esterne. In pratica, è opportuno che le aziende investano nella sicurezza e in un maggior numero di divise di polizia sussidiaria. È fondamentale la sinergia tra polizia di Stato e guardie giurate per questo stiamo riattualizzando “Mille occhi sulla città”, il progetto che prevede proprio la stretta collaborazione con gli istituti di vigilanza privata».

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