Dieci giorni di prognosi alla dottoressa aggredita al pronto soccorso di Chivasso

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Cronaca

17 agosto 2018

Dieci giorni di prognosi alla dottoressa aggredita al pronto soccorso di Chivasso

È accaduto ieri, venerdì 17 agosto, presso il Centro di Salute Mentale dell’Asl To4

Andrea Bucci

CHIVASSO – Una dottoressa, medico presso il Centro di Salute Mentale dell’Asl To4 a Chivasso, è stata aggredita e presa a pugni da un paziente. E’ accaduto venerdì 17 agosto. Per medicarsi, la dottoressa, ha dovuto ricorrere al trasporto in pronto soccorso ed è stata poi dimessa con una prognosi di dieci giorni. Lo denuncia il Nursind, il sindacato delle professioni infemieristiche.

«Dopo tanti episodi già segnalati e dopo gli ultimi avvenuti negli ospedali a Moncalieri, a Chieri, al San Luigi di Orbassano, nel giro di pochi giorni ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di aggressione nelle nostre aziende sanitarie. I dati parlano chiaro: le condizioni di sicurezza per poter svolgere il nostro lavoro con serenità, senza il rischio di incorrere ogni giorno in un pericolo per la propria incolumità fisica, sono sempre meno, specie nei luoghi più a rischio, come nei pronto soccorsi e nei reparti di psichiatria» dichiarano il coordinatore piemontese del sindacato, Francesco Coppolella e il segretario torinese, Giuseppe Summa.

«Misura insufficienti»
«Avevamo detto che le misure adottate dal governo non ci sembravano sufficienti per affrontare e cercare di risolvere con la giusta determinazione il problema, e mentre la Procura di Torino nei giorni scorsi ha aperto un’inchiesta proprio sulle aggressioni, ciò che ci lascia stupefatti è il completo disinteresse da parte delle nostre istituzioni regionali. Ci sembra, che, nonostante le aziende si sforzino per affrontare un problema ritenuto serio, per le conseguenze che ne possono derivare, siano lasciate completamente sole dalla politica Regionale Non è normale che un sanitario debba mettere potenzialmente a rischio la propria vita durante la sua giornata di lavoro» commenta ancora Francesco Coppolella.

«Vogliamo le forze dell’ordine»
«La presenza di guardie giurate nei presidi e nei servizi a rischio deve essere un ipotesi da prendere seriamente in considerazione. Ci aspettiamo una immediata e tempestiva risposta da parte della Regione Piemonte, con una seria strategia di azione che metta in sicurezza il personale e che lo stesso possa sentirsi non abbandonato» concludono i due rappresentanti sindacali.

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