Vigilante morì di cancro, l’azienda trattiene la colletta per la vedova

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Cronaca

19 luglio 2018 | 12:22

A TORINO

Vigilante morì di cancro, l’azienda trattiene la colletta per la vedova

Raccolti 3000 euro dai colleghi devolvendo parte dello stipendio. Ma Sicuritalia dopo 12 mesi, e nonostante le lettere dell’avvocato, non ha ancora sbloccato lo stanziamento

di Paolo Coccorese

TORINO – Il 31 luglio dell’anno scorso, Paolo Cozza, 55 anni, si era licenziato e aveva abbandonato l’azienda di vigilanza con cui lavorava da quasi quindici anni. Decisione sofferta presa per percorrere l’ultimo chilometro della sua vita, conclusasi a fine agosto per colpa di un tumore fulminante al polmone, con qualche ansia in meno e ricevere il normale contributo di inabilità. Si era tolto così la divisa gialla e azzurra da vigilantes. Una divisa simile a una seconda pelle.

Per questo motivo, il giorno del funerale i suoi colleghi della Sicuritalia, il gruppo per cui lavorava dal 2005, avevano deciso di aiutare la vedova devolvendo una parte dello stipendio. «Quasi 3 mila euro: un piccolo sacrificio di tutti per andare avanti». Un bel gesto, però mai diventato realtà. Perché dopo 12 mesi, e nonostante le lettere dell’avvocato e i reclami, l’azienda non ha sbloccato lo stanziamento fatto dai 300 agenti.

Gli ultimi anni di lavoro
Non erano stati facili gli ultimi anni di carriera in azienda di Paolo Cozza. «È stato operato al cuore. E per sei mesi è stato costretto a rimanere a casa. Poi, quando era rientrato, lo avevano fatto disperare con i turni. Faceva il jolly. Avanti e indietro in sedi diverse per le 7 ore previste. Quasi sotto ricatto. Sperando che la promessa, di sistemarlo stabilmente all’Inps di via XX settembre, diventasse realtà. Ma così non è stato», dice Marilena Zappetti, 54 anni, la compagna degli ultimi 17 anni di vita del vigilante portato via in pochi mesi da un male incurabile. E diventata, qualche giorno prima della sua morte, la seconda moglie di un uomo stimato dai suoi colleghi. Agenti rimasti molto colpiti dalla sua scomparsa. «Non è la prima volta che decidiamo di tassarci per un nostro collega in difficoltà. Ma questa volta, il nostro gesto aveva un significato speciale», dicono alcuni vigilantes che preferiscono non esporsi perché temono ritorsioni in Sicuritalia, azienda con sede in Lombardia.

Nessuna replica dall’azienda
Nonostante le decine di chiamate inoltrate all’ufficio legale e la mail inviata agli uffici, nessuno della direzione ha voluto replicare alle accuse. In primis, dell’avvocato giuslavorista Massimo Pozza. «L’azienda si rifiuta di pagare anche i 15 mila euro di tfr che spettano alla moglie».

La donna nelle scorse settimane ha anche provveduto a revocare la rinuncia all’eredità del marito. «Avevo scelto di rinunciarvi a favore delle figlie del primo matrimonio, ma poi ho cambiato idea», dice la vedova Cozza. Oggi annuncia la visita da un altro avvocato, questa volta penalista, per denunciare l’azienda di vigilanza «di appropriazione indebita» del denaro del marito. Compreso quello della colletta fatta dagli amici. «A cui ho scritto un messaggio qualche giorno fa — dice la signora —. Con cui mi scusavo e mi mortificavo per non averli ringraziati. Ma non avendo ricevuto niente per colpa della Sicurpolice, non ho potuto ringraziarli per il gesto». Nei giorni scorsi, hanno fatto sentire la propria voce gli ex colleghi dell’agente sconfitto dal cancro in pochi mesi. In un confronto acceso con la direzione della centrale torinese. Ma non sono state rispettate le promesse di sbloccare il lascito di denaro raccolto per la famiglia dell’amico. «Pur se, in un primo momento, la moglie aveva rinunciato all’eredità, la colletta fatta dai colleghi doveva essere devoluta a favore della famiglia», puntualizza l’avvocato Pozza. A questo punto, la strada si annuncia in salita.

Ingiunzione di pagamento
«Se entro pochi giorni non avremo risposta, provvederemo a fare un’altra ingiunzione di pagamento all’azienda per quel contributo dei colleghi — aggiunge —. Un passaggio che avrei evitato visto che i tempi della giustizia, tra accertamenti e altre procedure, rischia di allungarsi». Trasformando in un romanzo quella che doveva essere solo una piccola grande «buona notizia».

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Vigilante morì di cancro, l’azienda trattiene la colletta per la vedovaultima modifica: 2018-07-20T11:45:36+02:00da sagittario290