Giostraio freddato, test ai carabinieri

MattinoPadova

Cronaca

19 giugno 2018

Giostraio freddato, test ai carabinieri

Esame del Dna anche per il vigilante di Cittadella: accertamento di garanzia dopo le accuse di una lettera anonima

CITTADELLA. La pistola giocattolo trovata nel campo di Barcon di Vedelago (Tv), a poche decine di metri dal luogo dove si consumò il conflitto a fuoco nella notte del 22 aprile 2017 nel quale morì il giostraio Manuel Major, 36 anni di Caerano, è al centro di un accertamento disposto dal pubblico ministero trevigiano Gabriella Cama, che indaga sulla vicenda.

L’accertamento coinvolge anche i carabinieri presenti, nell’immediatezza dei fatti, subito dopo la sparatoria che costò, tre giorni più tardi, la vita a Major, ferito gravemente dai colpi esplosi dalla guardia giurata cittadellese Massimo Zen. I militari dell’Arma, presenti a Barcon, saranno sottoposti al test del Dna. Un accertamento a garanzia di tutti, soprattutto dei carabinieri, coinvolti nelle indagini.

Perché questo accertamento? La risposta va cercata in quella missiva anonima, scritta da una persona che probabilmente conosceva alcuni retroscena della vicenda e che ha voluto instillare dubbi o magari depistare o influenzare l’indagine. Nella lettera anonima, arrivata alle autorità inquirenti nelle prime settimane d’indagine, si faceva tra l’altro riferimento alla pistola sostenendo che non poteva essere dei giostrai in fuga dopo una notte di assalti al bancomat della Marca in quanto giocattolo. I giostrai usano solo armi vere, era il senso di quella missiva.

Un dubbio instillato per dire che quell’arma giocattolo fu messa apposta dai militari dell’Arma per alleggerire la posizione di Zen?

Il vigilante ha sempre asserito di aver sparato contro la Bmw dei banditi soltanto perché aveva sentito in pericolo la propria vita dopo aver visto una pistola spuntare da un finestrino della loro auto. Una sorta di “legittima difesa” che però non ha convinto nell’immediatezza la procura trevigiana, che ha indagato il vigilante per omicidio.

La lettera dei veleni, dunque, ha spinto la procura a decidere di sottoporre i militari interventi a Barcon e che ritrovarono la pistola nel campo a sottoporsi al Dna. Non tanto, pare di capire, perché, a meno di clamorose smentite, si creda che possa stata la mano di qualche investigatore a posare quella pistola giocattolo sul campo di Barcon, quanto per escludere questo.

Le indagini, infatti, prima di essere chiuse, non devono escludere nulla a tutela di indagati e anche dei rapinatori, uno dei quali è morto e due dei quali riuscirono a fuggire per i campi dopo essere stati intercettati dai carabinieri e bloccati dal vigilante cittadellese. Le indagini sui fatti di Barcon, dunque, non sono ancora chiuse.

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Giostraio freddato, test ai carabinieriultima modifica: 2018-06-20T11:30:37+02:00da sagittario290