Ancora un’aggressione agli addetti Amiat

la-stampa

Cronaca

09/12/2017

Ancora un’aggressione agli addetti Amiat

Operaio colpito da una pietra alla gamba. Il prefetto convoca per martedì il tavolo sulla sicurezza

Massimo Numa

TORINO – Ancora un operaio Amiat ferito da una pietra di grosse dimensioni lanciata dai nomadi rom. «Ha riportato una contusione abbastanza seria a una gamba, centrata in pieno dal sasso. Prima o poi, qui, ci scappa il morto». Tiziano Scarcello, dirigente Cisl, racconta così l’ennesimo episodio di violenza avvenuto nei dintorni del campo rom di via Germagnano.

IL PRECEDENTE

Mercoledì sera un’altra sassaiola aveva distrutto un vetro di un’auto-pattuglia, ferendo alla testa una guardia giurata. I due gravi episodi sono avvenuti a poca distanza uno dall’altro, vicino alla palazzina e ai depositi Amiat. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa dal gruppo consiliare M5S: «Dopo l’ennesimo episodio di lancio di oggetti da parte di ignoti ai mezzi Amiat e ad altri mezzi, il gruppo esprime preoccupazione per la situazione in via Germagnano. Una situazione che viene da lontano e spesso ignorata, a cui mai si è cercata una soluzione definitiva».

TAVOLO PER LA SICUREZZA

I Cinquestelle rincarano la dose: «La situazione ormai non è più gestibile dal solo Comune di Torino, è necessaria la presenza quotidiana e costante delle forze dell’ordine in modo da garantire l’ordine pubblico e le condizioni normali di lavoro per il personale di Amiat. Abbiamo avuto conferma dalla sindaca Chiara Appendino che il prefetto, Renato Saccone, ha convocato per martedì un tavolo per la sicurezza, sperando che possa essere superato quanto prima il campo nomadi e garantita la sicurezza di tutti i cittadini e lavoratori in via Germagnano».

«MINACCE ESPLICITE»

«No, non sono più bambini a lanciare i sassi. Ora ad agire sono ragazzi molto più grandi, lo fanno per indurre l’azienda a eliminare le sorveglianze notturne delle vie d’accesso, evidentemente i controlli disturbano le loro attività illecite e vogliono riprendersi il controllo del territorio», denunciano i colleghi del ferito. «Qualcuno, dall’interno del campo, dà disposizioni precise – osserva Scarcello – l’azienda s’è comunque mobilitata per fare pressioni sulle istituzioni, noi siamo pronti a dichiarare, dopo il presidio e il blocco stradale di mercoledì, lo stato di agitazione. La situazione è diventata insostenibile. Non è più tempo di sottovalutare e ignorare quanto sta accadendo, e non da oggi».

LA RABBIA

C’è rabbia e un senso di impotenza tra i lavoratori. I rom avevano assistito indifferenti e ostili agli ultimi presidi di protesta, dopo il ferimento della guardia giurata. Chi governa le comunità di nomadi di via Germagnano, divise da profonde rivalità, ha deciso di non intervenire per far cessare i raid. Nella migliore delle ipotesi i capi hanno scelto di mantenere un ruolo neutro, nella peggiore di essere in qualche modo coinvolti nei ripetuti episodi di violenza. I vigili urbani hanno aperto un’inchiesta per tentato omicidio, per il primo caso, e sono state già acquisite le immagini video-registrate dai sistemi di sicurezza collegati con le centrali operative delle forze dell’ordine. Infine le testimonianze. Non mancherebbe molto per identificare i responsabili.

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