Sparò con il porto d’armi scaduto Proscioglimento per Paolini

iltirreno

Cronaca

13 ottobre 2017

Sparò con il porto d’armi scaduto Proscioglimento per Paolini

La guardia uccise il collega-rapinatore al Palabingo, ma non aveva rinnovato il permesso per la pistola L’avvocato: «Aveva tutti i titoli, la richiesta era stata dimenticata in un cassetto non per colpa sua»

PISA. Prosciolto perché il fatto non costituisce reato.

Simone Paolini, la guardia giurata che all’alba del 13 agosto 2015 uccise con due colpi di pistola il collega-rapinatore Davide Giuliani, di Montecalvoli, all’esterno del Palabingo di Navacchio dopo averlo visto puntargli contro la pistola, non ha violato la legge nonostante il mancato rinnovo del porto d’armi.

Lo ha stabilito il gup Giulio Cesare Cipoletta accogliendo sia la richiesta del pm Giovanni Porpora sia quella della difesa, l’avvocato Erminia Imperio.

Paolini, 38 anni, di Pisa, era accusato di detenzione abusiva di arma da fuoco. Il paradosso di quel tragico scontro fu che Giuliani, vigilante in congedo parentale del corpo “Guardie di città” aveva il porto d’armi in regola. Il collega, arrivato al Palabingo per ritirare l’incasso, al contrario lo aveva scaduto. Una dimenticanza non sua, ma al limite dell’azienda per cui lavorava e dove tuttora presta servizio come portiere. L’avvocato Imperio, esibendo una copiosa documentazione, ha sostenuto l’insostenibilità dell’accusa formulata e la conseguente inutilità del dibattimento, chiedendo al Gup il proscioglimento dell’imputato.

In particolare, il difensore, ha sostenuto l’insussistenza dell’elemento psicologico del reato. In pratica Paolini non era uscito di casa con una pistola sapendo di avere il porto d’armi scaduto. Era al lavoro, comandato per un servizio. L’avvocato ha sottolineato quella che all’epoca era una prassi, piuttosto diffusa, specialmente fino all’omicidio Giuliani. Il sistema era quello di rinnovare i titoli di polizia delle guardie giurate anche quando le richieste venivano presentate dopo la scadenza perché, in quei casi, persistendo le condizioni che avevano portato al rilascio della licenza, il rinnovo dei titoli era un fatto assodato.

Al giudice l’avvocato, presente in aula l’imputato, ha sottoposto tutta la documentazione con cui è stata attestata la sussistenza dei requisiti di legge per ottenere il rinnovo dei titoli. Una richiesta che, però, era rimasta in un cassetto e non era stata depositata in prefettura nei tempi utili. Una circostanza di cui Paolini venne a conoscenza la mattina della tentata rapina» ha ribadito il legale.

Erano altri che dovevano procedere alle pratiche del rinnovo. Non lui che pensava di essere in regola.

Dopo l’episodio la prefettura inviò una circolare a tutti gli istituti di vigilanza «affinché per il futuro chiedessero con ampio anticipo sui termini di scadenza il rinnovo dei titoli». Segno di un lassismo nelle pratiche precedenti alla tragedia in cui va inserito anche il ritardo del porto d’armi di Paolini.

Pietro Barghigiani

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Sparò con il porto d’armi scaduto Proscioglimento per Paoliniultima modifica: 2017-10-14T11:30:31+02:00da sagittario290