Voto di scambio, il Sindaco chiamato a testimoniare in aula da Ricchiuti

Cronaca

mercoledì, 22 marzo 2017 alle 01:57

Voto di scambio, il Sindaco chiamato a testimoniare in aula da Ricchiuti

Ancora alla ribalta il processo sul voto di scambio, che si sta celebrando dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Nola Chiara Bardi e che vede, sul banco degli imputati, oltre all’ex Consigliere comunale Nicola Ricchiuti, (dichiarato poi decaduto durante un Civico consesso appositamente convocato), imprenditore del settore sicurezza e vigilanza eletto, alle elezioni amministrative di Acerra di maggio 2012, anche un suo ex dipendente, Domenico D’Anna (per tutti, comunque, vale la presunzione d’innocenza, fino a sentenza definitiva passata in giudicato).

Mentre è stata stralciata la posizione dell’altro ex dipendente, Mario Calzolaio, che ha avuto un ruolo importante in quest’indagine, dopo che ha patteggiato la pena, uscendo quindi di scena, dopo aver ammesso le sue responsabilità. Intanto, come riferito sullo scorso numero, il Sindaco Lettieri era stato citato a comparire in aula come testimone della difesa e la sua audizione si è tenuta lunedì 6 marzo alla ripresa del dibattimento, che si chiuderà il 3 aprile prossimo con la sentenza di primo grado. La convocazione del primo cittadino come teste a favore dell’imputato principe è stata un colpo di scena.

L’escussione del primo cittadino, sentito sia dalla difesa che dall’accusa, durava oltre 30 minuti, ma la fascia tricolore dava l’impressione di essere abbastanza impacciato, nel rispondere alle domande dei rappresentanti delle parti civili, che nel corso delle ultime udienze hanno fatto a pieno il proprio lavoro, per mettere in evidenza la realtà dei fatti e che non perdevano l’occasione, per tentare di mettere in difficoltà il teste.

Alla fine Lettieri ammetteva di sapere che l’imputato Ricchiuti si doveva incontrare con il suo avversario politico Antonio Crimaldi, ma negava di sapere dell’esistenza di una registrazione fatta dal Ricchiuti. Ovviamente l’avvocato Giancarlo Esposito (che rappresenta in questo processo il Consigliere Crimaldi, che subito dopo le elezioni presentò in Procura una dettagliata denuncia, in merito ad una serie di presunti brogli elettorali ma rimasta lettera morta) incalzava con le sue domande il Sindaco che, nel concludere la sua escussione, riferiva di non ricordare a cosa si faceva riferimento, quando in un’intercettazione si è fatto riferimento ad una probabile vittoria elettorale.

Lo slittamento della sentenza dal 15 marzo al 3 aprile è stato necessario, per permettere l’escussione del teste Calzolaio, grande accusatore dell’imputato Ricchiuti il cui difensore, Antonino Taranto, annunciava che il suo assistito intendeva rendere dichiarazioni spontanee nella successiva udienza. Intanto il 6 marzo scorso la difesa aveva fatto sedere al banco dei testi la quasi totalità dei suoi testimoni. Per lo più sono stati tutti i tecnici, che hanno indicato il come avveniva l’assunzione di un dipendente. Uno dei testimoni ha riferito, che nessun dipendente poteva prestare servizio di vigilanza all’esterno di un’agenzia bancaria senza il preventivo decreto di guardia giurata.

Una precisazione caduta a pennello, tenuto conto che il Calzolaio sembrerebbe essere stato utilizzato dinanzi ad uno sportello bancario di Acerra, senza ancora aver ricevuto il decreto di guardia giurata dalla Prefettura di Avellino, che rilasciava il decreto di guardia giurata particolare (con regolare porto d’armi di pistola), sulla scorta di autocertificazioni. Intanto e nonostante l’accellerazione del dibattimento, resta alto il rischio di prescrizione.

Tornando all’escussione del primo cittadino, chiamato a deporre nell’aula del Tribunale nolano e che confermava di essere un parente acquisito dell’imputato, ammetteva “di conoscere i tre candidati al Consiglio comunale, che avevano richiesto a Nicola Ricchiuti di chiamare per un colloquio alcune persone da loro indicate. Ma di non mai avuto conoscenza di irregolarità nello svolgimento della competizione elettorale e nella manifestazione del voto da parte dei cittadini”. Lettieri evidenziava anche il clima assai teso, nel quale si svolsero le scorse elezioni comunali.

La vicenda giudiziaria, che si trascina ormai da cinque anni, vedeva tra gli imputati il Calzolaio, che aveva pesantemente accusato il suo ex datore di lavoro, di averlo indotto a procurargli voti elettorali per sé e per il candidato a sindaco, in cambio del posto di lavoro quale guardia giurata. Tra le parti civili riconosciute legittimate a costituirsi, vi sono anche i componenti di un’associazione ambientalista locale, rappresentati dall’avvocato Teresa Di Nuzzo mentre, ad oggi, il Comune non si è ancora costituito parte civile nel processo a carico dell’ex Consigliere comunale.

Nino Pannella

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