Albania, allarme rapine dopo l’ultimo colpo grosso all’aeroporto: pronte misure d’emergenza

Cronaca

19 febbraio 2017

ESTERI

Albania, allarme rapine dopo l’ultimo colpo grosso all’aeroporto: pronte misure d’emergenza

Presa una banda armata dopo una spettacolare caccia all’uomo. Sarebbe la stessa che lo scorso giugno fece irruzione indisturbata nel settore partenze, bottino oltre 3 milioni. Bruxelles ammonisce che per un’adesione futura del paese all’Unione europea – obiettivo strategico del premier Rama – è necessaria una vittoria definitiva contro malavita e corruzione

di ANDREA TARQUINI

Allarme rapine in Albania, il governo annuncia misure d’emergenza. L’ultima vicenda evoca quasi i film con cui Hollywood narrò del crimine a Chicago e altrove in Usa ai tempi di Al Capone. Dopo una spettacolare caccia all’uomo durata in tutto dieci giorni, la polizia albanese ha arrestato i sei membri della banda che il 9 febbraio scorso aveva assaltato un furgone blindato portavalori non lontano dall’aeroporto della capitale Tirana, dunque in una delle zone del paese dove dovrebbe essere garantito il massimo livello di sicurezza.

I sei arrestati, secondo il capo della polizia, Ervin Hodaj, erano gli stessi che in dicembre avevano assaltato a mano armata e svaligiato un altro camioncino portavalori, sempre nei pressi dell’aeroporto. E nel giugno dell’anno scorso, alcuni gangster erano addirittura riusciti a entrare, armi in pugno, nella zona di sicurezza del lato partenze dello scalo rubando circa 3 milioni di euro. Mentre a ottobre un’altra banda – forse la stessa del colpo del 9 scorso contro il furgone – aveva svaligiato una gioielleria in pieno centro, facendo saltare un muro dell’edificio con una potente carica esplosiva.

L’ultima rapina è stata il caso più clamoroso, dicono le autorità citate dalla Reuters e dall’agenzia di stampa cinese Xinhua. Il 9 febbraio appunto i sei, armati fino ai denti, avevano bloccato il furgone portavalori della ditta privata ‘Jaguar security’, e senza alcun problema avevano rubato un totale di 3,2 milioni di euro in varie valute. Lo hanno assaltato speronandolo con due potenti auto, poi sparando coi mitra gli hanno messo fuori uso tutti i 4 pneumatici. Hanno agito con calma, per dieci lunghi minuti.

Gravi sospetti pesano sulle guardie a bordo del furgone, che a quanto pare non hanno tentato di opporre resistenza, e probabilmente anche su altri componenti dei corpi privati di vigilantes portavalori: “Sono pagati poco e male, non possono essere eroi”, ha detto il ministro dell’Interno, Saimir Tahiri. La dinamica della rapina è sconcertante: durante l’assalto, le guardie private non avevano acceso il sistema Gps che ovunque, di solito, consente alla centrale di ogni ditta portavalori, in collegamento con la polizia, di localizzare i furgoni carichi di denaro e quindi di scoprire in tempo una rapina. Il dispositivo Gps, addirittura, era stato spostato: non si trovava vicino ai sacchi colmi di banconote, ma sotto uno dei sedili della cabina di guida.

E le telecamere di sicurezza a bordo del furgone erano spente. Tutte tranne una che ha filmato i dieci minuti della rapina, mostrando i gangster che con tutta calma caricavano sulle loro auto una decina di enormi sacchi pieni di valuta. Poi sono fuggiti, e in un villaggio poco lontano, per ironia in una strada chiamata ‘Via dei ladri’, hanno dato le loro vetture alle fiamme continuando il loro viaggio con altri veicoli.

La ‘Jaguar security’ si è vista subito ritirare la licenza. E governo e alti gradi della polizia studiano con la Banca centrale e gli istituti di credito misure per migliorare le garanzie di sicurezza. Un’ipotesi operativa è di affidare il trasporto di valuta ad agenti delle forze dell’ordine o dei corpi speciali, evidentemente ritenuti più affidabili delle guardie private.

La caccia all’uomo è durata fino a stamane quando, afferma la Xinhua, la polizia ha arrestato Admir Murataj, il capobanda. Gli altri cinque erano caduti nella rete degli agenti martedì scorso. Uno di loro aveva lavorato per la compagnia portavalori, altri due erano ex commandos dell’esercito albanese con alto addestramento militare: avevano prestato servizio nel piccolo contingente inviato dal paese in Afghanistan nell’ambito delle operazioni Nato. L’associazione delle banche albanesi esprime allarme: proprio la strada che dalla capitale conduce all’aeroporto internazionale “Madre Teresa” dovrebbe essere una delle più sicure, perché spessissimo vi transitano furgoni portavalori.

La rapina all’interno dell’aeroporto era avvenuta, scrive la Xinhua, il 30 giugno scorso. Tre gangster armati erano riusciti a entrare nell’area di sicurezza del settore partenze, senza che nessuno tentasse di fermarli, e da banche e negozi avevano rapinato circa 3 milioni di euro. La rapina con l’esplosivo condotta contro la gioielleria era avvenuta in ottobre, ed era fruttata mezzo milione di euro. La polizia sospetta che i suoi autori siano gli stessi del colpo contro il furgone condotto appunto il 9 febbraio scorso nei pressi dell’aeroporto.

Dopo mezzo secolo di spietata dittatura stalinista guidata da Enver Hoxha, che fu brutale e isolata dal mondo un po’come la Corea del Nord, l’Albania ha fatto dapprima lenti passi avanti verso una normalizzazione. Da quando Edi Rama, prima popolare sindaco-rinnovatore di Tirana, è diventato premier, riforme, modernizzazione e sviluppo economico hanno compiuto grandi progressi. Ma per un’adesione futura all’Unione europea – obiettivo strategico di Rama – è necessaria, come ammonisce Bruxelles, una vittoria definitiva contro malavita e corruzione.

http://www.repubblica.it/esteri/2017/02/19/news/albania_paura_furti-158678977/

Albania, allarme rapine dopo l’ultimo colpo grosso all’aeroporto: pronte misure d’emergenzaultima modifica: 2017-02-20T10:45:31+01:00da sagittario290