Sequestrati i beni del rapinatore dei blindati in A9. Aveva tenuto un lingotto per ricordo.

Cronaca

30 gennaio 2017

Sequestrati i beni del rapinatore dei blindati in A9. Aveva tenuto un lingotto per ricordo.

SARONNO – TURATE – Sono stati sequestrati nelle ultime ore i beni del 45enne di Andria condannato per la rapina ai due portavalori blindati realizzato nell’aprile 2013 lungo l’A9 tra Saronno e Turate.

Il colpo è stato ricostruito nei minimi dettagli. Alle 6 2 furgoni blindati partono da Paderno Dugnano. Sono diretti al confine con la Svizzera con un carico di contanti, provenienti da alcuni supermercati della zona e oro. A bordo sei guardie giurate quattro sul primo mezzo che è quello che contiene i valori.

Alle 7 blindati sono sull’A9 all’altezza di Gerenzano quando i malviventi che li tallonano su un camion, parcheggiano il proprio mezzo di traverso occupando più di due corsie. Spaccano il serbatoio e appiccano il fuoco. Le fiamme divampano alte in pochi secondi. Le auto che seguono il furgone sono bloccate dal mezzo in fiamme. La chiamata di un’automobilista al 115 fa accorrere una squadra di vigili del fuoco del distaccamento di Saronno che inizia subito a domare l’incendio. I due blindati proseguono in direzione di Como. A questo punto alcuni membri del commando stendono delle bande chiodate lungo le rampe di accesso dell’A9 a Turate e lanciano chiodi a tre punte sulla carreggiata opposta: il punto in cui si trovano i due blindati è così completamente isolato. I portavalori arrivano in vista dello svincolo di Turate: negli specchietti retrovisori vedono il fumo che sale dal camion bruciato a Gerenzano e subito davanti a loro un mezzo pesante, che blocca la seconda e la terza corsia e così il primo porta valori lo supera di pochi metri sulla prima. Il secondo si ferma all’altezza dell’uscita di Turate.

Tre auto che precedono i blindati si fermano in mezzo alla strada: scendono una decina di uomini che kalashnikov alla mano sparano oltre una cinquantina di colpi. I proiettili sfondano in due punti il parabrezza e il muso del furgone ma le guardie giurate non scendono dal mezzo. I rapinatori mettono sotto il primo furgone un fumogeno per far credere ai vigilantes di aver appiccato un incendio. Le guardie giurate scendono dal mezzo e si allontanano. I malviventi, probabilmente con un flessibile scardinano il portello posteriore del primo portavalori. I rapinatori caricano il bottino (un milione e mezzo in contanti, di due quintali e mezzo in lingotti, per un valore di quasi 10 milioni di euro e di nove colli di oreficeria per un valore di oltre mezzo milione di euro) e si dileguarono su tre auto.

Negli ultimi giorni i carabinieri di Andria hanno sequestrato i beni del 45enne “incastrato” dal lingotto d’oro (più di sei chilogrammi) che aveva tenuto come “ricordo” del colpo. Era stato trovato nell’agosto 2013 nel vano ascensore ed aveva collegato l’uomo alla rapina. La sua casa, una villa di lusso con letto al baldacchio e persino water ricoperto di pelle rossa con swarovski, i suoi tre terreni e i suoi 5 conti correnti in banca sono ora a disposizione della procura antimafia. Il 45enne, che risultava un bracciante agricolo malgrado i beni sequestrati superino i due milioni di euro di valore, è stato condannato a vent’anni di reclusione.

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