Licenziato perché sciopera, il giudice lo reintegra

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Cronaca

23 agosto 2016

Licenziato perché sciopera, il giudice lo reintegra

La storia di una guardia giurata. L’azienda: “Ha abbandonato il posto di lavoro”

Forlì, 24 agosto 2016 – «Licenziato perché aveva scioperato contro il Jobs Act». Questo accadde nel dicembre 2014 – secondo la versione dell’Ugl, sindacato del quale era esponente alla Cavalieri Security – alla guardia giurata Fabio Versari. Che scelse di presentare ricorso. Il 17 agosto il giudice del lavoro Luca Mascini ha emesso il dispositivo di condanna in primo grado per l’azienda, disponendo il reintegro di Versari e il pagamento di tutte le retribuzioni dal giorno del licenziamento (si tratta di circa 1.300 euro mensili). «Premetto che non ho ancora letto la sentenza – dice il titolare della Cavalieri Security, Marco Contri –. Confermo di aver licenziato Versari per abbandono del posto di lavoro. Lo sciopero scattava alla mezzanotte del 12 dicembre 2014. Lui e un collega, quelli che decisero di scioperare, tornarono alla Cavalieri con il mezzo di lavoro grossomodo alle 2.30 di notte. Perché, mi chiedo io, se vuoi scioperare, non hai smontato alle 23?».

Contri contesta poi l’accusa di aver licenziato Versari in quanto esponente sindacale. «Nessuno in azienda, né io né i colleghi, ai quali l’ho chiesto espressamente, era stato informato che Versari era Rsa dell’Ugl. Nessuno l’ha mai eletto o votato». Perché l’altra guardia giurata non è stata licenziata? «Questo ragazzo, in forma scritta, mi ha spiegato di essere stato indotto in errore da Versari, che gli ha detto di essere un sindacalista e che potevano scioperare. Mi ha anche chiesto scusa. Da Versari invece nessuna risposta».

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